
Da sinistra a destra: Dario Nardella, Valentina Zucchi, Laura Biancalani, Giovanni Caccamo
Firenze, 14 luglio 2023 - Generare cambiamento. Ricostruire una koinè, un linguaggio comune è la strada coraggiosa per immaginare un futuro diverso. Ed è proprio la ricerca di un nuovo Umanesimo che ha spinto il cantautore e artista Giovanni Caccamo a rivolgere l'appello del compianto Andrea Camilleri a migliaia di giovani: dal concorso di idee, è nato il "Manifesto del Cambiamento", che accanto alle loro risposte e a una lettera inviata direttamente a Papa Francesco, è affiancato da dodici opere inedite firmate da maestri di fama mondiale - Arnaldo Pomodoro, Emilio Isgrò, Fabrizio Plessi, Ferdinando Scianna, Francesca Cataldi, Giulia Napoleone, Guido Strazza, Mario Ceroli, Maurizio Cattelan, Michelangelo Pistoletto, Mimmo Jodice e Mimmo Paladino - e da un'installazione digitale e multimediale.
"Il Muro del Cambiamento" comincia il suo viaggio itinerante dalla Sala dei Gigli di Palazzo Vecchio, dove rimarrà fino al 26 luglio, per approdare nei prossimi mesi al Meeting di Rimini, alle Gallerie d'Italia di Milano e Napoli e ai Musei Vaticani: l'opera, ideata dallo stesso Caccamo e realizzata in collaborazione con MUS.E, è costituita da un tappeto di parole collegate al concetto di cambiamento e proiettate su un ledwall bianco: ciascun visitatore, collegandosi al sito murodelcambiamento.it attraverso QR code, potrà digitare la propria parola associata al tema principale, che verrà visualizzata istantaneamente sullo schermo. Protagonista dell'iniziativa, anche l'Andrea Bocelli Foundation, che riceverà il ricavato dell'asta delle dodici opere a latere del manifesto.
"Sono davvero lieto di presentare un progetto rinascimentale e intergenerazionale, che unisce arte, musica e parola - sottolinea il sindaco di Firenze Dario Nardella - Un'opera dinamica ed in continuo mutamento, che comincia il suo percorso proprio da Palazzo Vecchio, sede della politica cittadina e scrigno di bellezza, dove le utopie del desiderio e la concretezza dei bisogni si incontrano per seminare le radici del cambiamento". Il muro, fondamento del costruire, è strumento di elevazione ed emancipazione collettiva, e viene collocato non casualmente davanti alla Giuditta in bronzo di Donatello, che si libera dal giogo maschile di Oloferne: "Essere grati delle cose belle che ogni giorno riceviamo dalla vita e prenderci cura di noi stessi come degli altri è un primo passo per scavalcare il muro della rabbia e dell'indifferenza e vedere finalmente ciò che possiamo impegnarci a raggiungere - spiega Giovanni Caccamo - La mia parola di cambiamento è quindi 'gratitudine'. E la vostra qual è?".