GIULIO ARONICA
Cultura e spettacoli

Mad Murate Art District: lo sguardo dei giovani sugli Archivi Alinari

La mostra curata da Giangavino Pazzola e Monica Poggi presenta le opere inedite dei giovani artisti Matteo de Mayda, Leonardo Magrelli, Giovanna Petrocchi e Silvia Rosi.

"Nuova Generazione": immagine dell'allestimento

"Nuova Generazione": immagine dell'allestimento

Firenze, 22 novembre 2024 - Storia e attualità della fotografia. Unite dalla passione, l'ispirazione e lo sguardo moderno delle nuove generazioni. E dall'impegno di Valentina Gensini, direttrice artistica di MAD-Murate Art District, la fucina dell'innovazione e della contaminazione con sede all'ex-carcere delle Murate che rilancia la sua vocazione con una mostra innovativa e sperimentale: si intitola non a caso "Nuova Generazione" ed è un percorso inedito che salda in un unico processo creativo collezioni storiche ed opere contemporanee. 

Figlia del bando "Strategia Fotografia 2022" della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, l'esposizione curata da Giangavino Pazzola e Monica Poggi e promossa da CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia arricchisce il corpus prestigioso dell' Archivio Alinari - recentemente acquisito dalla Regione Toscana e per la prima volta protagonista di un progetto di committenza - del talento di quattro giovani artisti: Matteo de Mayda (Treviso, 1984), Leonardo Magrelli (Roma, 1989), Giovanna Petrocchi (Roma, 1988), e Silvia Rosi (Scandiano, 1992).

Le loro creazioni raccontano la relazione tra verità e finzione, la natura del documento, la decolonizzazione e decostruzione degli immaginari e della conoscenza: a partire dalle riflessioni sui meccanismi di catalogazione di Leonardo Magrelli, che per l' installazione "57 giorni di immagini" ha visionato le oltre duecentomila immagini digitalizzate della Fondazione Alinari scegliendone un nucleo e decontestualizzandole dai riferimenti storici e culturali attraverso tagli ravvicinati e didascalie collocate a distanza. 

Le controstorie di Silvia Rosi ridanno invece memoria a narrazioni dimenticate, esplorando i materiali raccolti nell'Archivio Nazionale di Lomé, in Togo: "Protektorat" è un insieme di autoritratti, scenografie, oggetti decorativi simbolo della dominazione coloniale, che sottolineano il carattere manipolatorio della cultura e della storia ufficiale. La fotografia come documento, ma anche come spazio di immaginazione e libertà: l' "Archivio di G." di Giovanna Petrocchi si ispira direttamente ad archivi d'arte accessibili via web - dal fondo Giuseppe Wulz e Giorgio Roster della Collezione Alinari a quelli del British Museum e del Metropolitan di New York - per realizzare con la tecnica del collage digitale una scansione divertente e divertita di insolite carte de visite raffiguranti Flora, Fauna, Uomo, Macchinari e Scrittura.

Storia, fantasia, e sguardo sul futuro: perché le barene - terreni di forma tabulare tipici delle lagune e fondamentali per l'equilibrio dell'ecosistema a Venezia - immortalate da Matteo de Mayda attraverso la tecnica della fotogrammetria, si rivolgono con la loro fauna secolare di varie specie direttamente al pubblico, obbligandolo a riflettere sul futuro delle terre che abitiamo.