OLGA MUGNAINI
Cultura e spettacoli

Monna Lisa sepolta in convento. La conferma dal libro dei morti

Esposto l’antico documento che testimonia la data della scomparsa della donna che ha dato il volto a 'La Gioconda'

Gli scavi alla ricerca dei resti di Monna Lisa nell’ex convento di Sant’Orsola a Firenze

Firenze, 28 settembre 2018 - La donna fu di Francesco del Giocondo, morì addì 15 di luglio 1542 sotterrossi in S. Orsola tolse tutto il capitolo...

Eccolo il certificato di morte di colei che ha dato il volto a Leonardo da Vinci, per trasformare un ritratto in un mito e in un mistero senza fine. Si sapeva che c’era, ma da ora in poi la registrazione del funerale della Monna Lisa, su quell’antico “libro dei Morti” sarà visibile a tutti coloro che vorranno consultare l’Archivio della Basilica di San Lorenzo, la chiesa dei Medici, costruita da Donatello, Brunelleschi, Michelangelo.

Riordinando codici e faldoni, pergamene e corali miniate, sono stati riportati alla luce carteggi dall’enorme valore storico, che partono dal dal IX secolo e arrivano ai nostri giorni. Compresa la documentazione sulla morte di Lisa Gherardini, di cui per anni si sono cercate – e forse trovate – le spoglie nel vicino ex convento di Sant’Orsola.

Adesso quel luogo di sepoltura diventa ancora più credibile, essendo quel complesso monastico sotto la “giurisdizione” della Basilica di San Lorenzo.

La storia di questa donna, diventa celebre suo malgrado, è sempre rimasta avvolta nella leggenda. Di sicuro sappiamo quello che ci ha lasciato scritto Giorgio Vasari: “Prese Lionardo a fare per Francesco del Giocondo il ritratto di Monna Lisa sua moglie, e quattro anni penatovi lo lasciò imperfetto, la quale opera oggi è appresso il re Francesco di Francia in Fontanableò”.

Il gossip  della storia narra che Lisa sia stata l’amante di Giuliano de’ Medici, fratello del Magnifico. Certo è invece che quando il marito Francesco del Giocondo morì nel 1538, poco dopo anche Lisa si ammalò e fu portata nello stesso monastero dove si trovava la figlia suora, in quel Sant’Orsola, dove sarebbe morta il 15 luglio 1542, alla età di 63 anni, e dove fu sepolta. A confermare ciò, ecco il documento che ieri monsignor Domenico Viola, priore Mitrato di San Lorenzo e il Presidente dell’Opera Medicea Laurenziana Paolo Padoin, hanno mostrato a fotografi e studiosi. Ma la storia  non è finita, perché si continua a cercare conferma sul Dna delle ossa recuperate dai sotterranei dell’antico convento.

Sono o non solo quelle di Monna Lisa? A portare avanti l’impresa è ancora Stefano Vinceti, protagonista anni fa di un analogo ritrovamento su Caravaggio.

Ma con cosa confrontare quei resti per attribuirli alla modella di Leonardo? Un primo tentativo è stato fatto con il figlio di Lisa Gherardini, sepolto in una cappella della chiesa fiorentina della Santissima Annunziata. Sono già stati aperti i sarcofagi e prelevati alcuni campioni, da cui l’Università di Bologna nella sede di Ravenna ha tentato di isolare il Dna. Per ora però senza alcun risultato confortante. Le spoglie del figlio di Lisa e Francesco del Giocondo erano ridotte malissimo.

Non per questo ci si arrende, nonostante ci sia chi ritiene che nel tempo i resti della Gioconda non siano più in Sant’Orsola, ma siano stati riuniti in qualche tomba di famiglia.

«I nostri  studi vanno avanti – afferma Vinceti – convinti che nuove tecnologie non ancora disponibili possano un giorno aiutare nell’identificazione. Non possiamo quindi per ora fare confronti, ma intanto disponiamo delle analisi al carbonio 14. Bene, i risultati confermano che le spoglie che noi riteniamo essere di Monna Lisa, sono databili esattamente con la data della morte, che ben conosciamo dal documento ritrovato nell’archivio di San Lorenzo. Quel Registro dei Morti è per noi la prova che la Gioconda si trovava in Sant’Orsola, forse proprio in quella sepoltura che abbiamo aperto e studiato».

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