Firenze, 30 novembre 2022- “Opere d'arte del patrimonio italiano: Libero utilizzo o autorizzazione da parte dei musei?”. Questo il titolo dell'incontro che si terrà domani alle 14.30 nella Sala conferenze de Le Murate Idea Park. Promosso da ISIA Firenze, l'evento prevede gli interventi di Simone Aliprandi – avvocato e docente ISIA Firenze-, e dell’architetto e GLAM specialist Marco Chemello di Wikimedia Italia. Ad aprire l'incontro saranno i saluti di Rosa Maria Di Giorgi, Presidente di ISIA Firenze e del Conservatorio Cherubini, mentre il ruolo di moderatore spetterà al Direttore di ISIA Firenze Francesco Fumelli.
“L’incontro -spiegano gli organizzatori - rientra nelle attività didattiche del corso di Gestione dell’attività professionale tenuto dal prof. Aliprandi presso ISIA Firenze, istituto universitario fondato nel 1975 con l’intento di formare nuove generazioni di professionisti designer del prodotto e della comunicazione. L'evento nasce da temi oltremodo attuali, considerando ad esempio la recente controversia tra la Maison Gaultier e le Gallerie degli Uffizi sfociata poi in una causa, o la ben nota lite giudiziale che vide protagoniste la Galleria dell'Accademia di Firenze (per una riproduzione a scopo commerciale del David di Michelangelo) e che nel 2017 portò a una delle prime sentenze che vietavano l’uso commerciale di fotografie di un’opera d’arte. Tutti fatti che hanno contribuito ad alimentare il dibattito sulla questione, ulteriormente complicata peraltro dall’introduzione di nuove norme sia a livello europeo sia a livello nazionale”. “Si tratta di una lezione ISIA Firenze occasionalmente aperta al pubblico -commenta Aliprandi - perché crediamo fermamente nell’importanza del confronto con la cittadinanza su un tema che è oggi sempre più spesso oggetto di discussione sia nelle sedi dedicate, sia sulle pagine dei giornali. Le norme vigenti in materia di tutela del nostro patrimonio culturale sono davvero solide e allineate alle direttive Ue? Sorge qualche dubbio se si pensa all’articolo 108 del nostro Codice Beni Culturali, che tutela le riproduzioni anche se non mettono in pericolo l’integrità dei beni. È lo “pseudo-copyright”, come mi piace definirlo, perché pur non essendo tecnicamente un copyright, nella sostanza si comporta come tale, distorcendo il senso del pubblico dominio e restringendone la portata, per di più creando un potenziale conflitto con la nuova direttiva europea sul diritto d’autore”.
Simone Aliprandi è avvocato, si occupa di consulenza, ricerca e formazione nel campo del diritto d’autore e più in generale nel diritto della comunicazione e delle nuove tecnologie. Nel 2005 ha fondato il Progetto Copyleft-Italia.it e svolge attività di docenza presso enti pubblici e privati che si occupano di formazione e ricerca scientifica. Caterina Ceccuti