Federico Berti
Cultura e spettacoli

“Pare parecchio Parigi”, il nuovo film di Pieraccioni tra risate e sentimento

L’anteprima a Firenze, in sala l’attore e regista insieme a Chiara Francini

“Pare parecchio Parigi”, il nuovo film di Pieraccioni tra risate e sentimento

Firenze, 18 gennaio 2024 – L’anteprima di un nuovo film di Leonardo Pieraccioni richiama sempre una straordinaria presenza di media e giornalisti. Stessa cosa anche per Pare parecchio Parigi presentato al multiplex The Space di Novoli nel pomeriggio. Pieraccioni è arrivato carico di entusiasmo come sempre, in compagnia di una delle attrici protagoniste, Chiara Francini, che aveva già lavorato con lui anni fa in “Una moglie bellissima” (assente per motivi di salute Giulia Bevilacqua, assente anche Nino Frassica che è la vera sorpresa del film).

"Era una storia che volevo raccontare da quattordici anni e che mi era stata raccontata da un mio amico” ricorda Pieraccioni davanti a un plotone di fotoreporter e telecamere. “Oddio, raccontare la storia di un viaggio senza mai uscire da un maneggio non mi sembrava facile ma poi con la benzina della fantasia ho deciso di provarci”. Come si fa ad andare a Parigi… senza andare a Parigi ?

E’ quello che succede ai tre fratelli Cannistraci; Bernardo, Ivana e Giovanna. Non si parlano da anni, non si sono raccontati molto nel corso delle loro vite e forse hanno lasciato molte cose in sospeso del loro passato. Forse troppe cose. L’occasione arriva all’improvviso, quando il padre viene colto da un grave malore, a cui seguiranno pochi giorni di vita. L’uomo chiederà ai tre figli di fare un ultimo viaggio insieme; a Parigi. Un rischio terribile per la sua salute, ma i figli decidono di partire ugualmente dando vita da una tenera bugia. Per ore e ore gireranno con un camper semplicemente intorno ad un maneggio.

"Questo film è dedicato a tutti i sognatori” dice il regista de «Il ciclone». E il pensiero va a chi con la fantasia decide di attenuare una realtà che può essere sgradevole o addirittura drammatica. “Pensate al maestro Benigni che ne La Vita è bella fa credere al figlio di essere altrove e non certo in un campo di concentramento” aggiunge Pieraccioni, ricordando quella pellicola che ha fatto il giro del mondo.

"Sto ricevendo un sacco di telefonate e di messaggi in cui mi si racconta di quelle bugie che hanno regalato qualche momento di felicità”. Certamente un film che si distacca molto dalla sua filmografia che ha trionfato al botteghino. Decisamente più tenero, a tratti commovente, soprattutto nel finale che nessuno dovrebbe raccontarvi prima di entrare in sala.

"Credo di aver aperto una finestrina sentimentale a ogni film, ma poi da buon cabarettista ne avevo troppo pudore. Stavolta ho deciso di lasciarmi andare. Quel valore del sentimento che prima tenevo troppo a freno, stavolta l’ho lasciato andare”.

Anche Chiara Francini è entusiasta del film appena arrivato sugli schermi. "Lavorare con Pieraccioni è quasi una esperienza mistica - ricorda ridendo – Sono stata tanto tanto felice. Quando Leo mi ha mandato la sceneggiatura mi sono messa a piangere. Stessa cosa quando ho visto il film la prima volta”.

Insomma, per un Pieraccioni quasi sessantenne l’importante è sognare, senza lasciare niente in sospeso nei rapporti più profondi della nostra vita.  Adesso la parola spetta al pubblico.