FEDERICO BERTI
Cultura e spettacoli

Il nuovo film di Pieraccioni: "Non vado a Cannes, ma faccio divertire"

Arriva al cinema "Il sesso degli angeli", nel cast Sabrina Ferilli, Massimo Ceccherini e Marcello Fonte

Leonardo Pieraccioni e parte del cast nei giorni scorsi a Campi Bisenzio (foto Germogli)

Firenze, 22 aprile 2022 - "Io non voglio andare a Cannes, io non voglio vincere il David di Donatello. Voglio semplicemente divertire per un’ora e mezzo". Parole di Leonardo Pieraccioni, pronunciate con sincerità alla presentazione del suo ultimo film Il sesso degli angeli che finalmente arriva sugli schermi dopo una serie di rinvii causa covid. E il divertimento da regalare al pubblico pare essere stata, da sempre, l’unica politica aziendale della premiata ditta Pieraccioni.

Alla sua quattordicesima regia in ventisette anni di onorata carriera, il re mida del cinema italiano degli anni Novanta alza però l’asticella delle pretese. Divertimento sì, affrontando una serie di argomenti a rischio. La storia da raccontare era piena di ostacoli e tranelli, fin dalla prima sequenza. Un parroco di una chiesa poco frequentata (location zona San Salvi a Firenze) scopre di aver ereditato da uno zio stravagante interpretato da Massimo Ceccherini in splendida forma una non precisata "attività redditizia" ben avviata in Svizzera. Al suo arrivo a Lugano in compagnia del suo sacrestano interpretato da Marcello Fonte, sdoganato alla commedia, don Simone scoprirà che non si tratta di un raffinato bar, bensì di una casa di tolleranza animata da un gruppo di donne ambite da numerosi clienti.

Leonardo Pieraccioni e parte del cast nei giorni scorsi a Campi Bisenzio (foto Germogli)
Leonardo Pieraccioni e parte del cast nei giorni scorsi a Campi Bisenzio (foto Germogli)

Un soggetto che avrebbe potuto portare Pieraccioni a scegliere le strade più facili; quelle del doppio senso, della volgarità gratuita, della battuta da cinepanettone di antica memoria. Eppure Pieraccioni riesce a evitare tutto questo gestendo con una certa sicurezza una sceneggiatura tutto sommato credibile e accettabile che riesce a tenere il passo. La prima mezz’ora è quella dell’equivoco e delle risate. Poi, una volta scoperta la verità, don Simone scivolerà lentamente in una crisi personale con tanto di dubbi in agguato dietro gli angoli. Se ne "Il ciclone" era un gruppo di ballerine di flamenco che turbava la vita familiare di un casolare di campagna, ne "Il sesso degli angeli" è un parroco di provincia a "entrare" nel quotidiano di un bordello di classe alterandone il ritmo peccaminoso.

Sarebbe troppo facile accanirsi contro gli autori invocando una "profondità" che neppure Pieraccioni andava cercando. Piuttosto va detto che Pieraccioni coraggiosamente abbandona le strade facili che ne hanno fatto un vincente del box office. A 57 anni era forse il momento di complicarsi la vita (o meglio la carriera) azzardando la ricerca di una sincerità che negli ultimi film si era un po’ persa. L’autore Pieraccioni ha forse obbligato il regista Pieraccioni a fare un passo in avanti pur ponderandone i rischi. Anche per questo "Il sesso degli angeli" è un film da difendere. Per anni i benpensanti si sono lamentati dell’eccessiva quantità di parolacce nelle commedie italiane. Pieraccioni riesce persino ad evitare le parolacce per cercare la risata facile. Impresa quasi impossibile, eppure raggiunta. Ah…nel film c’è anche Sabrina Ferilli….che fa la Ferilli, presenza sexy e conturbante nel ruolo della tenutaria della casa di appuntamenti. Sì è vero, ha ragione Pieraccioni; questo film non andrà a Cannes e non vincerà nessun David di Donatello, ma probabilmente vincerà ancora una volta la stima e l’affetto del pubblico. Anche di chi forse aveva perso l’abitudine al suo cinema. E forse questo è il premio più bello per Pieraccioni. Sicuramente ne terrà conto nella nuova fase della sua carriera che è appena iniziata. Anche di chi si è commosso alla prima proiezione del film.