FEDERICO BERTI
Cultura e spettacoli

Il conte Mascetti morì 25 anni fa: Tognazzi e la Toscana, un amore infinito

Anniversario della scomparsa del grande attore, la cui vita professionale fu legata a doppio filo a quella del Granducato: riscopriamo perché

Tognazzi nei panni del Mascetti in "Amici miei": la supercazzola al vigile

Firenze, 27 ottobre 2015 - Venticinque anni fa se ne andava a soli 67 anni Ugo Tognazzi, uno dei pilastri della commedia all’italiana, uno degli attori più amati insieme a Sordi, Gassman, Mastroianni, Manfredi. Cremonese di nascita, classe 1923, Tognazzi è stato a tutti gli effetti uno straordinario toscano capace di farsi amare proprio da un pubblico, quello toscano appunto, che il mondo dello spettacolo considera esigente, pignolo, attento. Per tutti noi l’indimenticabile Ugo sarà sempre e per sempre il conte Mascetti, uno dei personaggi di quello straordinario successo che fu nel 1975 Amici miei diretto quasi per caso da Mario Monicelli (il regista doveva essere Pietro Germi che ne scrisse il copione insieme al fiorentino Leo Benvenuti e al pratese Piero De Bernardi).

Per ben tre volte Tognazzi ha interpretato il personaggio del nobile decaduto, un bischero circondato da bischeri; il Melandri, il Sassaroli, il Perozzi e il Necchi. Difficile stabilire chi dei cinque fosse il "meno bischero, il più maturo o il meno infantile. Le loro scorribande e le loro zingarate sono entrate nella storia del cinema e nel cuore degli spettatori di più generazioni che da quarant’anni vede e rivede la pellicola diventata un cult movie. Non era facile per Tognazzi "fare ed essere" un toscano, a tal punto da essere credibile e farsi accettare proprio dagli stessi toscani. Nessuno di loro lo era ( Celi, Del Prete, Moschin, Noiret). Eppure quel film è diventato un cult movie proprio nella regione in cui erano ambientate le vicende dei cinque cinquantenni. Alla fine il conte Mascetti è diventato uno dei personaggi più riusciti nella carriera di Tognazzi. Incredibile ma vero, quel personaggio era stato offerto inizialmente a Mastroianni che rifiutò per il poco amore per i film corali. Poi la sceneggiatura fu offerta a Raimondo Vianello che declinò l’offerta. Solo in terza battuta si pensò a Tognazzi che era stato scelto invece per interpretare il Perozzi.

Ma il rapporto tra l’attore e la Toscana è forte e viscerale. Spesso la sua carriera ha incontrato quella dei grandi cineasti toscani. A partire dal regista Mario Monicelli. Insieme realizzeranno altri campioni d’incasso come "Romanzo popolare", l’atto secondo di "Amici miei" e un paio di flop come "Vogliamo i colonnelli" e "Bertoldo Bertoldino e Cacasenno".

In realtà per prendere dimestichezza con l’accento toscano Tognazzi si era esercitato fin dagli anni cinquanta con i personaggi surreali e stravaganti contenuti nel programma "Un due tre" al fianco di Raimondo Vianello. Un altro rapporto d’amicizia e di lavoro fondamentale fu quello con Benvenuti e De Bernardi, coppia storica del cinema che per lui scrissero copioni come "Il petomane" girato in parte a Montecatini Terme, "La stanza del vescovo" di Dino Risi, un episodio de "I complessi" e di "Controsesso".

Un legame d’amicizia che ha portato i celebri sceneggiatori ad essere due dei 12 apostoli, ovvero i giurati che avevano il privilegio di essere invitati nella villa Tognazzi per giudicare non tanto le sue interpretazioni, quanto i suoi manicaretti, i suoi esperimenti da chef che spesso venivano brutalmente stroncati dai giurati, anche solo per far arrabbiare l’aspirante cuoco.

Per il suo debutto nella regia nel lontano 1961 con "Il mantenuto", Tognazzi si affida ad un’altra coppia storica dell’umorismo, entrambi fiorentini; Renzo Tarabusi e Giulio Scarnicci. E per l’occasione sceglie anche una bella e brava attrice fiorentina, Ilaria Occhini. Tante le attrici toscane che hanno condiviso il set. Da Lorella De Luca in «Domenica è sempre domenica» a Elena Sofia Ricci in «Ultimo minuto di Pupi Avati, passando per la grossetana Laura Morante in «La tragedia di un uomo ridicolo» di Bernardo Bertolucci. Ma la collaborazione più corposa è quella con la viareggina Stefania Sandrelli che tiene a battesimo in «Il federale» di Luciano Salce. Insieme in tanti film importanti; «Io la conoscevo bene» di Antonio Pietrangeli, «L’immorale» di Pietro Germi, «L’ingorgo» di Luigi Comencini, «La terrazza» di Ettore Scola, «Dove vai in vacanza ?» nell’episodio diretto dal regista pistoiese Mauro Bolognini.

Tognazzi e la Toscana; un bel rapporto proseguito poi dai suoi tre figli che da anni lavorano nel cinema. Ricky è stato aiuto regista e attore per Francesco Nuti, Gianmarco era uno degli attori de «I laureati» primo film di Leonardo Pieraccioni, Maria Sole che per il suo film più celebre «Viaggio sola» ha scelto alcune location nella Toscana più bella.