OLGA MUGNAINI
Cronaca

Nuovo Dpcm, Nardella: "Poche norme ma chiare. Le feste? Passatele a casa"

L’appello del sindaco Nardella in vista di pranzi e cenoni di Natale. Pronto il piano antiassembramenti nelle zone dello shopping più a rischio

Una tavolata delle feste: il Natale di quest’anno non sarà così

Firenze, 4 dicembre 2020 - «Salvare il cenone di Natale? Qui c’è da salvare l’Italia nel 2021!". Fra l’ultimo Dpcm del premier Conte e le sfumature di rosso-arancione del ministro Speranza, il sindaco Dario Nardella invita tutti a rinunciare a un abbraccio oggi per evitare una ricaduta domani. E quindi, per lui, non è tempo di deroghe agli spostamenti delle festività. "Condivido il divieto di spostarsi da un comune all’altro - ha detto Nardella –. Come regola penso che si debba mettere il limite massimo alla mobilità. Troviamo quelli che possono essere i motivi di massima urgenza e necessità per cui ci si può muovere da un comune all’altro e su quelli mettiamo d’accordo tenendo duro".

E soprattutto, no a deroghe che possono valere per tutti: "Se si comincia, dopo al caso della nonna, c’è quello della sorella, della fidanzata, del figlio, dell’amico del cuore - ha proseguito Nardella –. Servono regole semplici: a me preoccupa che siano troppe, confuse e contrastanti. Poi i cittadini non capiscono più niente ed è logico che ci sia anche chi se ne approfitta. Per me dovrebbero valere solo i motivi legati alla salute e al lavoro".

Nell’alternarsi delle fasce di rischio, che sembrano fluttuare da domani alla prossima domenica, c’è comunque il problema dei negozi, che speravano di risollevare gli incassi proprio con un po’ di shopping natalizio. Ma anche su questo il sindaco è cauto: "Non salviamo le imprese dandogli un giorno in più a Natale o a Capodanno – sostiene –, ma presentando un piano industriale, economico e strutturale per l’anno prossimo. Invece di pensare di accontentare le piccole imprese e i ristoratori, aprendo un giorno o cinque ore in più, diamo delle risposte vere e una prospettiva reale. Perché se falliscono salta il sistema bancario e il bilancio del Paese".

Tutto ciò specialmente in città turistiche come Firenze, dove il danno non è solo per alberghi e ristoranti, ma per una filiera assai più lunga fatta di artigiani, di operatori culturali, allargata al settore dei teatri e dei musei, dei servizi, di trasporti, come ad esempio gli aeroporti. Rispetto a tutto ciò, i ristori fin’ora arrivati dal Governo hanno fatto l’effetto di "un’aspirina", secondo Nardella, tenendo conto che da marzo ad oggi le principali città d’arte - come Firenze –, hanno avuto un danno calcolato in 100 miliardi di euro.

Eccoci allora pronti sì allo sprint degli acquisti di Natale, non appena il colore arancione darà il via. Ma con un rigoroso piano antiassembramenti che Comune, Prefettura e a tutti gli altri soggetti interessati hanno già messo a punto la mappa delle zone considerate a maggior rischio, dove intensificare i controlli per consentire a tutti di fare regali in sicurezza.