
Artigiano tessile
Firenze, 12 luglio 2023 – Sono «moderatamente positive» le aspettative degli artigiani toscani per il 2023: i fatturati potrebbero crescere ancora – ma meno dell'anno scorso - e arrivano segnali rassicuranti da occupazione e investimenti. Un ottimismo stemperato però da indicatori che rendono incerto l’anno in corso per le 100mila aziende
toscane del settore , che occupano oltre 250mila addetti, quali ad esempio l'ulteriore discesa del tasso di crescita del tessuto imprenditoriale (+0,2% nel primo trimestre, era al +0,7% un anno prima). E' quanto emerge dal rapporto di Ebret, l’Ente Bilaterale dell’artigianato toscano presieduto da Monica Stelloni, presentato a Firenze.Nel 2022 margini di vendita e fatturato in aumento
Il 2022, invece, è stato un anno di ripresa, con il fatturato delle aziende artigiane che è cresciuto del 5,2% rispetto al 2021 ed un indicatore medio dei margini di vendita salito del +17%, il miglior risultato degli ultimi cinque anni anni. Sono aumentati anche gli occupati di 3mila unità, pari al +2,3% sull'anno precedente, con numeri tornati ai livelli pre Covid. A trainare la crescita occupazionale è la filiera delle costruzioni, ma fanno registrare saldi positivi anche manifatturiero e servizi. Solo la filiera della pelle accusa un calo dei propri dipendenti (-500 unità) causato probabilmente, si spiega nel rapporto, da un processo di riorganizzazione in corso. Il comparto concia-pelletteria-calzature mette comunque a segno la migliore performance in termini di fatturato (+8,7%), con tutto il resto del sistema moda che riporta tassi di crescita superiori alla media (+7,8% per il tessile, +6,1% per l’abbigliamento). Nel complesso i migliori risultati vengono dalle imprese esportatrici e da quelle orientate all’innovazione.
Riprende l’accumulazione del capitale anche se peggiorano le condizioni di accesso al credito e calano i prestiti concessi alle imprese artigiane (-3,8% a settembre dello scorso anno). La quota di aziende che ha realizzato investimenti nel 2022 risale (34%) senza però raggiungere ancora i valori pre-crisi pandemica (39% nel 2019). A livello territoriale crescono nel 2022 tutte le province toscane, a partire da Prato (+9,1%). Le meno brillanti risultano Massa Carrara (+3,5%), Grosseto (+3,1%) e Pistoia (+2,3%).