Monica Pieraccini
Economia

Sos artigianato, in undici anni scomparse in Toscana 39mila attività

L’allarme della Cgia di Mestre. La più colpita Lucca, terza provincia in Italia per perdita di artigiani: il 31% in meno dal 2012 al 2023

Un artigiano

Un artigiano

Firenze, 21 agosto 2024 – È più facile trovare un avvocato che un idraulico e tra dieci anni potrebbe essere quasi impossibile trovare un fabbro, un elettricista o un serramentista per le riparazioni di casa o del luogo di lavoro. Questo è l'allarme lanciato dalla Cgia di Mestre, che ha condotto un'indagine che rileva il declino dell’artigianato in Italia.

Nel 2012 il numero di artigiani a livello nazionale superava 1,8 milioni. Oggi siamo scesi a 1,4 milioni, con la scomparsa di oltre 400mila attività, di cui 73mila solo nell'ultimo anno. La Toscana non è stata risparmiata da questa "ecatombe". Dal 2012 al 2023, la regione ha perso oltre 39mila attività artigiane, passando da 159.735 a 120.675, con una flessione del 24,5%, al di sopra della media nazionale del 22%. La Toscana si piazza quinta in Italia per la scomparsa degli artigiani, superata solo da Abruzzo, Marche, Piemonte e Umbria. 

Le province toscane più colpite

Tutte le province toscane, ad eccezione di Livorno, registrano flessioni superiori al 20% negli ultimi undici anni. Il record è della provincia di Lucca, terza in Italia per il calo degli artigiani, con una perdita del 31% dal 2012 al 2023. In termini numerici significa quasi 6mila artigiani in meno, portando il totale attuale a 13.463. Massa Carrara segue a ruota, con un calo del 28,8% e una perdita di 2.311 artigiani. Oggi la provincia conta appena 5.705 artigiani rispetto agli oltre 8mila del 2012.

Anche Pistoia ha visto sparire quasi 2.900 artigiani, con una flessione del 27,1%, portando il totale a meno di 10.500. Siena, che contava oltre 10.300 artigiani nel 2012, oggi ne ha solo 7.765, con una perdita del 24,8%. Arezzo ha subito una flessione del 24%, con una perdita di quasi 4mila artigiani.

A Firenze la situazione è altrettanto preoccupante: oltre 9.700 artigiani sono scomparsi in undici anni, con una flessione del 23,2%. Dai 42.942 del 2012 si è scesi a 32.228 nel 2023. A Pisa il numero di artigiani è diminuito del 22%, con 3.505 attività in meno, attestandosi ora a 12.414. A Grosseto la riduzione è stata del 20%, con una perdita di 1.756 artigiani, portando il totale a poco più di 7.000. Infine, Livorno ha registrato un calo del 19,2%, con quasi 1.900 attività scomparse, per un totale attuale di 7.965.

Le cause del declino

Secondo la Cgia di Mestre, diverse sono le cause che hanno portato a questa drammatica scomparsa. L'invecchiamento della popolazione artigiana, la mancanza di ricambio generazionale, la concorrenza della grande distribuzione e del commercio elettronico, l'aumento del costo degli affitti e delle tasse hanno spinto molti artigiani a chiudere bottega.

Un altro fattore determinante è il cambiamento nelle abitudini dei consumatori, che preferiscono prodotti industriali e consegnati a domicilio rispetto a quelli artigianali e su misura. L'artigianato è stato dipinto, inoltre, come un settore residuale, destinato al declino, e questo ha portato a una svalutazione culturale del lavoro manuale. Nonostante la crisi, molti imprenditori artigiani lamentano la difficoltà di trovare giovani disposti a lavorare in questo settore. In tutta Italia è sempre più difficile reperire autisti, autoriparatori, sarti, pasticceri, fornai, parrucchieri, estetiste, idraulici, elettricisti e molti altri mestieri artigiani. Anche nel settore dell'edilizia, la carenza di carpentieri, posatori e lattonieri è ormai cronica. Secondo la Cgia, per invertire questa tendenza è necessario un forte investimento nell'orientamento scolastico e nell'alternanza scuola-lavoro, ridando valore agli istituti professionali che in passato hanno contribuito allo sviluppo economico del Paese. Solo così si potrà salvare un patrimonio di conoscenze e competenze che rischia di andare perduto per sempre.