Firenze, 2 maggio 2023 – Il decreto Lavoro approvato dal consiglio dei ministri il 1 maggio conferma l'addio al reddito di cittadinanza.
Dal 1 gennaio 2024, come misura di contrasto alla povertà, entrerà in vigore l'assegno di inclusione, che avrà un importo non inferiore ai 480 euro l'anno e che, secondo le prime stime, dovrebbe restringere la platea dei beneficiari rispetto al reddito di cittadinanza. Irpet, ad esempio, in un approfondimento calcola che rimarrebbero tagliati fuori 9.700 toscani. Vediamo, in dettaglio, a chi spetta l'assegno e come funziona.
I beneficiari
Destinatari dell'assegno di inclusione sono le famiglie che comprendano una persona con disabilità, un minorenne o un ultrasessantenne e che siano in possesso di determinati requisiti. Il richiedente deve infatti essere cittadino Ue, o suo familiare titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, ovvero cittadino di paesi terzi in possesso del permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo, ovvero titolare dello status di protezione internazionale. Inoltre, al momento della presentazione della domanda, deve essere residente in Italia da almeno cinque anni, di cui gli ultimi due anni in modo continuativo.
Sul fronte 'economico' è richiesto un valore dell’Isee, in corso di validità, inferiore a 9.360 euro, valore che è rimodulato nel caso di nuclei familiari con minorenni. Inoltre, il valore del reddito familiare deve essere inferiore a una soglia di 6mila euro annui moltiplicata per il corrispondente parametro della scala di equivalenza (che dipende dalla presenza di figli minori, componenti con disabilità o non autosufficienti, e così via). Nel reddito familiare sono incluse le pensioni dirette e indirette, in corso di godimento da parte dei componenti del nucleo familiare. Nel calcolo del reddito familiare, invece, non si computa quanto percepito a titolo di assegno di inclusione, di reddito di cittadinanza o di altre misure nazionali o regionali di contrasto alla povertà.
Per quanto riguarda il patrimonio immobiliare, non deve essere superiore a 30mila euro, come definito ai fini Isee, se diverso dalla casa di abitazione di valore ai fini Imu non superiore a 150mila euro. Invece il patrimonio mobiliare non deve superare la una soglia di 6mila euro, che cresce di 2mila euro per ogni componente del nucleo familiare successivo al primo, fino a un massimo di 10mila euro, incrementato di ulteriori mille euro per ogni minorenne successivo al secondo. Questi massimali sono ulteriormente incrementati per ogni componente in condizione di disabilità o di non autosufficienza. Infine, nessun componente deve essere intestatario a qualunque titolo o avere piena disponibilità di autoveicoli di cilindrata superiore a 1600 cc. o motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc., immatricolati la prima volta nei 36 mesi antecedenti la richiesta, esclusi gli autoveicoli e i motoveicoli per cui è prevista una agevolazione fiscale in favore delle persone con disabilità, né può essere intestatario di navi e imbarcazioni da diporto o di aeromobili di ogni genere.
L'importo
L'integrazione al reddito partirà da un minimo di 480 euro il mese, esente Irpef, a cui si possono aggiungere 280 euro mensili per chi vive in affitto e sarà erogato dall'Inps attraverso uno strumento di pagamento elettronico.
La durata
L'assegno di inclusione potrà essere percepito per un periodo massimo di 18 mesi continuativi, con la possibilità di un rinnovo per ulteriori 12 mesi. Il nucleo beneficiario sarà tenuto a sottoscrivere un patto di attivazione digitale e a presentarsi, con cadenza trimestrale, presso i patronati o i servizi sociali e i centri per l’impiego, al fine di aggiornare la propria posizione.