Firenze, 12 dicembre 2022 – Nella bozza della manovra di bilancio è previsto l'aumento delle sigarette, che scatterebbe da gennaio 2023 e sarebbe spalmato su tre anni, fino al 2025. L'aumento dovrebbe oscillare dai 15 ai 20 centesimi di euro l'anno. Secondo Assotabaccai Toscana, i rincari potrebbero essere di almeno il 10%. Ecco, in dettaglio, cosa potrebbe cambiare.
Il costo
L'incremento di prezzo dei tabacchi sarà conseguenza dell'aumento della componente fissa del pacchetto di sigarette, e non di quella proporzionale, calcolata generalmente in proporzione al prezzo di vendita del prodotto. Saliranno anche le accise sulle sigarette, dal 35 al 40%.
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I rincari
L'importo specifico fisso per unità di prodotto sarà di 36 euro per mille sigarette nell'anno 2023, di 36,50 euro, sempre ogni mille sigarette, nel 2024 e 37 euro a partire dal 2025. Questo si tradurrà in un incremento attorno ai 20 centesimi a pacchetto dal 2023 e tra i 10 e i 15 centesimi nel 2024 e nel 2025. Sulle sigarette elettroniche l'incremento dal 2023 è del 15% per i prodotti con nicotina e del 10% per quelli senza, con incrementi dunque di circa 8 centesimi a millilitro per le fiale senza nicotina e di circa 13 per quelle con nicotina.
Aumento medio del 10%
Nulla, però, è ancora certo. L'ufficializzazione degli aumenti sui tabacchi arriva, infatti, generalmente a ridosso e ciò soprattutto per evitare accaparramenti da parte di rivenditori e consumatori finali. “Gli aumenti corposi sono nell'ordine del 10%, gli adeguamenti periodici arrivano al massimo al 3-5%. Ci aspettiamo perciò un rincaro – commenta Giovanni Verdiani, presidente regionale e vice presidente nazionale di Assotabaccai – di almeno il 10%. Ciò significa che su un pacchetto che costa 5 euro, si spenderanno dal 2023 attorno ai 50 centesimi in più”.
Si ridurranno i consumi? “Ancora è presto per dirlo. Bisogna vedere se i rincari saranno generalizzati o se invece colpiranno, per esempio, solo le sigarette tradizionali e non quelle di ultima generazione, tipo le usa e getta e le elettroniche”, risponde Verdiani. “In quest'ultimo caso – aggiunge – si potrebbe assistere ad un cambiamento nei consumi, con i fumatori che si sposterebbero sui prodotti con i prezzi rimasti uguali”.