Firenze, 6 agosto 2024 – I balneari che perderanno la concessione nelle gare avranno diritto a un indennizzo. Questo è previsto dalla proposta di legge della Regione Toscana, approvata dalla giunta lo scorso 24 luglio. Le modalità e gli importi dei rimborsi non sono però ancora chiari, poiché saranno definiti da linee guida che, informa l'assessorato regionale al turismo, "sono ancora in fase di elaborazione". Dal testo della legge regionale si evince, comunque, che l'indennizzo sarà legato sia al valore aziendale dell'impresa, attestato da una perizia giurata redatta da un professionista abilitato (a cura e spese del concessionario uscente), sia al valore reddituale dell’impresa. La perizia considererà il residuo ammortamento degli investimenti realizzati durante il periodo della concessione, autorizzati, dove necessario, dall'ente concedente.
Lo sciopero di venerdì 9 agosto
Per i balneari toscani la legge regionale è una “nota positiva”, ma la competenza a riformare il settore spetta allo Stato e per questo venerdì 9 agosto (e probabilmente anche il 19 e il 29 agosto), la categoria sciopererà, chiudendo gli ombrelloni per due ore, dalle 7.30 alle 9.30. Preoccupati per l'assenza di una norma nazionale in grado di regolamentare le scadenze delle concessioni previste il 31 dicembre 2024, i balneari di Fipe Confcommercio e Fiba Confesercenti, che hanno proclamato lo sciopero a livello nazionale, continuano dunque la loro mobilitazione.
Cna Balneari scrive alla Meloni
Qualche associazione di categoria cerca invece il dialogo. Come ad esempio Cna Balneari, che ha chiesto un incontro urgente, con due lettere distinte, al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e al presidente della Conferenza delle regioni e delle province autonome, Massimiliano Fedriga.
Al presidente Meloni l'associazione di categoria chiede di difendere, in ambito nazionale ed europeo, la specificità italiana caratterizzata da un vivace tessuto imprenditoriale fortemente radicato nelle dinamiche di sviluppo dei territori. Al presidente Fedriga viene evidenziata la necessità di adottare criteri univoci attraverso i quali procedere al rinnovo delle concessioni.
In sintesi, Cna richiede un “intervento tempestivo del Governo per riaprire il confronto con una categoria investita da un profondo disorientamento, causato dalle ripetute pronunce degli organi di giurisdizione nazionali ed europei nonché dalle disomogenee iniziative intraprese dai Comuni”.
“La crescente incertezza sul futuro della regolamentazione e dell’assegnazione delle concessioni demaniali marittime - prosegue l'associazione - necessita di immediate, e non più procrastinabili, risposte alle imprese del settore. È necessario conoscere urgentemente gli orientamenti del Governo sul riordino della materia delle concessioni in ordine alla mappatura e alla conseguente disponibilità della risorsa spiaggia, certificata dal tavolo tecnico istituito a suo tempo a Palazzo Chigi. È indispensabile, inoltre, una rapida definizione dei criteri per il riconoscimento degli indennizzi, quantitativi e qualitativi, anche connessi al valore commerciale al fine di dare indirizzi certi alle regioni e ai Comuni. Non c’è più tempo da perdere per dare risposte a 30mila imprese balneari italiane con decine di migliaia di dipendenti e un considerevole indotto che allo stato non hanno contezza sul proprio futuro”.