
Coltivazioni a rischio per il grande caldo
Firenze, 18 luglio 2023 – Agricoltura in sofferenza per il grande caldo di questi giorni. Nelle campagne si sta cercando di salvare le coltivazioni e gli allevamenti con ventilatori nelle stalle, sveglia all'alba per evitare le ore più calde e nebulizzatori per salvare le produzioni agricole dalla bomba di afa torrida che rischia di bruciare la verdura e la frutta. Secondo Coldiretti Toscana, Caronte ha già causato danni. La produzione di latte e uova è diminuita del 10 per cento, l'accrescimento dei capi da carne è rallentato anche del 20 per cento al giorno. Nelle stalle gli abbeveratoi lavorano a pieno ritmo perché ogni singolo animale è arrivato a bere con le alte temperature di questi giorni fino a 140 litri di acqua al giorno contro i 70 dei periodi meno caldi. Nelle stalle sono entrati in funzione ventilatori e doccette refrigeranti per sopportare meglio la calura e i pasti vengono dati un po’ per volta per aiutare le mucche a nutrirsi al meglio senza appesantirsi. Al calo delle produzioni di latte e della fase di ingrassamento, per aiutare gli animali a resistere all’assedio del caldo, si aggiungono dunque – sottolinea Coldiretti Toscana – i maggiori consumi di energia e acqua.
A preoccupare gli agricoltori sono soprattutto i ‘colpi di calore’, con le eccessive e prolungate alte temperature che potrebbero danneggiare le produzioni. Le scottature da caldo – spiega Coldiretti Toscana – danneggiano in maniera irreversibile frutta e verdura, fino a renderle invendibili. Per evitarlo gli agricoltori cercano di anticipare il raccolto quando possibile – continua Coldiretti Toscana – e si provvede al diradamento dei frutti sugli alberi, eliminando quelli non in grado di giungere a maturazione, per cercare di assicurarsi almeno parte della produzione. Ma il caldo insopportabile ostacola pure le operazioni agronomiche e di raccolta che devono essere sospese nelle ore più bollenti per tutelare la salute dei lavoratori.
Con la colonnina di mercurio oltre i 35 gradi – precisa Coldiretti Toscana – in pericolo ci sono anche le colture nelle campagne dove gli agricoltori sono costretti a ricorrere all’irrigazione di soccorso per salvare i raccolti in sofferenza per le alte temperature, dagli ortaggi al mais, dalla soia al pomodoro. L’ondata di calore africana – sottolinea l'associazione degli agricoltori – è la punta dell’iceberg delle anomalie di questo pazzo 2023 che – continua - è stato segnato, fino ad ora, prima da una grave siccità che ha compromesso le coltivazioni in campo e poi per alcuni mesi dal moltiplicarsi di eventi meteo estremi, il 37% in più nei primi sei mesi dell’anno in Toscana, tra precipitazioni abbondanti, alluvioni lampo, grandinate a macchia di leopardo ed infine il caldo torrido di luglio con danni all’agricoltura e alle infrastrutture rurali.
Cosa chiede Coldiretti Toscana
Da qui la necessità di agire velocemente per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici che penalizzano, più di tutti i settori, proprio l’agricoltura che è anche il comparto impegnato in prima linea per contrastarli. Gli strumenti da mettere in campo per Coldiretti Toscana si riassumono nel piano invasi a cui stanno lavorando il Governo e la Regione Toscana per raccogliere fino al 50% dell’acqua piovana che oggi va dispersa attraverso uno snellimento ed una semplificazione della burocrazia per recuperare quelli già presenti, ma inattivi, e gli investimenti in tecnologia e sostenibilità. Significativo è il grandissimo interesse del bando regionale sull’agricoltura di precisione a cui hanno partecipato oltre 600 imprese agricole toscane per dotarsi di droni, stazioni agrometereologiche e software di monitoraggio che possono contribuire a migliorare i processi agronomici e l’impiego dei mezzi tecnici e delle risorse come l’acqua, preservare la fertilità dei terreni ed incrementare, contestualmente, la produttività e la redditività. ”Obiettivi - conclude Coldiretti Toscana - che richiedono un forte impegno delle istituzioni per accompagnare le imprese verso una nuova rivoluzione nelle campagne”.