Cassa integrazione nel comparto moda, è il giorno della circolare interpretativa Inps. E’ stata pubblicato ieri, a un mese di distanza dal decreto legge in materia approvato dal Governo, l’atto che permette finalmente di dare accesso agli ammortizzatori sociali alle aziende artigiane, industriali, commerciali appartenenti ai settori tessile, abbigliamento e calzature del settore.
La circolare operativa dell’Inps chiarisce i requisiti per rientrare nel campo di applicazione di questo provvedimento. Si tratta di un periodo massimo di nove settimane di cassa integrazione tra il 29 ottobre e il 31 dicembre.
Questi i requisiti: le aziende devono essere classificate nei settori industria o artigianato, avere una forza occupazionale media inferiore o pari ai 15 dipendenti, aver già raggiunto i limiti di durata massima dei trattamenti di integrazione salariale previsti dalla legge. Le tipologie sono indicate secondo codice Ateco in un allegato e sono al vaglio delle associazioni di categoria.
Le domande devono essere trasmesse all’Inps entro 15 giorni dall’inizio del periodo di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa "qualora l’inizio del periodo di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa - che non può essere anteriore al 29 ottobre 2024 - si collochi tra la data di entrata in vigore del decreto-legge n. 160/2024 e il 3 dicembre 2024 (data di apertura della procedura per la trasmissione delle domande), i 15 giorni decorrono da tale ultima data. Le aziende stanno valutando bene l’elencazione dei codici Ateco sui quali si è generato un discreto caos.
Va capito infatti se le aziende metalmeccaniche che producono accessori per il comparto moda saranno o meno ammesse ai benefici, o se per loro sarà necessario provvedere con un atto normativo separato. Per la copertura degli oneri derivanti dalla nuova misura di sostegno sono stanziati complessivamente 64,6 milioni di euro, a valere sul Fondo sociale per occupazione e formazione.
All’Inps è assegnato il compito di monitorare l’andamento delle domande, al fine di garantire il rispetto del budget previsto. Ma la sensazione in mezzo a questo caos, è che un unico calderone chiamato ‘moda’ sia troppo generico per contenere tutte le fattispecie. Soprattutto perché le filiere sono spalmate sui territori e ognuna ha le sue peculiarità. E per supportare l’attività della Regione arrivano le prime proposte di focus dedicati.
Ad avanzarle è la sindaca di Scandicci, Claudia Sereni che ha lanciato l’idea di un tavolo metropolitano sulla filiera del lusso in pelletteria. "E’ la dimensione prevalente delle imprese moda del nostro territorio - ha detto - le filiere prevalenti in Toscana sono tre: pelletteria lusso, abbigliamento, scarpe. Benché siano 3 settori tutti riconducibili alla moda, ciascuno presenta problematiche specifiche che dobbiamo affrontare anche separatamente se vogliamo lavorare a strategie efficaci. La città metro non ha responsabilità e strumenti specifici ma si fa portatrice di una azione per le imprese e il territorio di coordinamento, essenziale per affrontare il momento difficile in maniera corale, tenendo insieme tutti e guidando un percorso che vuole portare a azioni concrete. Al tavolo sarà invitata la Regione nella persona del presidente Giani, tutti i sindaci coinvolti con aziende nel loro territorio, le associazioni di categoria e sindacati e proveremo ad avere anche le aziende, che sono le vere protagoniste della ripresa".