REDAZIONE ECONOMIA

Fase due, l'allarme di Confesercenti Toscana: "Riapriamo, il tempo delle parole è finito"

Le parole del presidente Nico Gronchi

Un mercato (Foto di repertorio)

Firenze, 27 aprile 2020 - "Vogliamo riaprire, il tempo delle parole è finito". Così Confesercenti Toscana con il suo presidente Nico Gronchi commenta la presentazione della fase due da parte del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. 

"Dopo quasi due mesi di interruzione delle attività commerciali, una non partenza di tutte quelle attività finanziarie di sostegno per le imprese ed i loro dipendenti promesse dal Governo ma non ancora attivate, è arrivata la decisione di prolungare lo stop. Quando nella categoria moltissime attività si stavano già preparando a implementare al dettaglio tutti i protocolli di sicurezza per riprendere gradualmente il lavoro", dice Gronchi. Secondo Confesercenti il prolungamento del lockdown costerà altri dieci miliardi di fatturato alle imprese. 

Confesercenti ha scritto direttamente al presidente Conte, esigendo chiarezza e riconfermando di voler riaprire subito dal 4 maggio tutto il commercio al dettaglio, proponendo protocolli immediati per la riapertura per tutti gli altri settori e chiedendo un incontro urgente alla Regione che sostenga con Confesercenti percorsi di apertura anticipata rispetto alle insostenibili ipotesi sul tavolo. "Sul turismo poi - dice Gronchi - serve riconoscere verbalmente che sia il settore più colpito e non fornire indicazioni chiare o strategie di ripartenza della stagione turistica, e questo è inaccettabile dopo due mesi di blocco totale. Strutture ricettive, agenzie di viaggio, stabilimenti balneari, ristoranti, bar, guide turistiche ed ambientali ed altro sono pronti a fornire i propri servizi in sicurezza". 

"Le attività commerciali, artigianali e di servizio di vicinato, così come i mercati ambulanti, rappresentano un punto di riferimento sicuro, proprio perché di prossimità, e possono riaprire in tutta sicurezza, rispettando i protocolli che abbiamo condiviso e sottoscritto - prosegue Gronchi -. A tal proposito, ipotesi specifiche categoria per categoria, sono già state consegnate al Governo e alla Regione”.

“C’è l’assoluta necessità, ha poi concluso il presidente, che il 4 maggio sia una sorta di d-day della categoria, perché continuare, di contro, sulla strada tracciata dall’ultimo Dpcm significherebbe un prolungamento della attuale situazione, passando da un’emergenza sanitaria ad una più che probabile catastrofe economica con conseguenze inimmaginabili. In gioco c’è la dignità e la vita delle nostre imprese ed il posto di lavoro di milioni di persone".