LISA CIARDI
Economia

"Così salveremo la pelletteria". Scandicci laboratorio anti crisi

L’auspicio del Comune e gli impegni della Regione per ristrutturare la filiera del settore moda

"Così salveremo la pelletteria". Scandicci laboratorio anti crisi

La "capitale" della pelletteria si candida a diventare un laboratorio per aggredire la crisi che attanaglia il settore moda. L’idea è stata lanciata mercoledì, in un incontro pubblico al quale hanno preso parte l’assessore regionale al Sostegno economico a artigianato, piccola e media impresa, industria e associazioni di categoria, Leonardo Marras, e la sindaca di Scandicci, Claudia Sereni. "Auspichiamo che Scandicci possa diventare un laboratorio di sperimentazione delle grandi novità che la Regione sta presentando – ha detto Sereni -. Essere consapevoli della difficoltà, parlare di crisi, trovarsi tutti qui, Comune, Regioni e associazioni di categoria è già un dato di novità e un punto di partenza per fare qualcosa tutti insieme. Come Comune abbiamo incontrato in questi mesi tutte le categorie e i brand, incrociando numerosi punti di vista: tutti gli attori ci hanno detto che stiamo vivendo qualcosa mai vissuto prima. Oggi il mercato si sta ponendo domande profonde sull’identità stessa del prodotto e sulla metodologia di produzione".

Da qui la necessità di un intervento da parte di tutte le realtà coinvolte. "Noi possiamo avere il polso preciso di ciò che accade – ha sottolineato la sindaca -, ma sappiamo che da soli non andiamo da nessuna parte: siamo di fronte a una questione di tendenza globale che interpretiamo ma che non governiamo. La presa di consapevolezza è un punto di partenza per riuscire a fare qualcosa tutti insieme".

Nell’incontro è stato sottolineato come, per affrontare la crisi del settore, sia necessario un intervento non solo a livello locale e regionale, ma anche e soprattutto da parte del governo. L’assessore Marras ha poi delineato una serie di strategie: da quelle immediate, relative agli ammortizzatori sociali necessari a proteggere i posti di lavoro, ad altre più a lungo termine, che riguardano gli investimenti per ristrutturare la filiera del settore moda.

"Dobbiamo occuparci di questa che è una parte fondamentale della manifattura toscana – ha detto Marras -. L’intervento deve basarsi su due linee principali: la prima riguarda politiche difensive della forza lavoro, con ammortizzatori sociali in grado di durare un numero di settimane superiore a quello previsto dalla cassa integrazione ordinaria, e per questo servono modifiche normative a livello statale. Poi c’è la questione dell’impatto che questa potenziale ristrutturazione del settore avrà in Toscana. Dobbiamo chiederci di che cosa abbiamo bisogno e che cosa servirà, sapendo che la fase di accompagnamento a questa ristrutturazione dei modelli passa necessariamente attraverso una fase di investimento. Chiedere alle aziende di investire per riposizionarsi su questo fronte è davvero difficile. Come Regione ci stiamo immaginando uno strumento molto flessibile, capace di usare le risorse del Fondo europeo per lo sviluppo regionale, che mette a disposizione un plafond di risorse perché le piccole e medie imprese siano aiutate negli investimenti produttivi, in particolare verso l’innovazione. Abbiamo alcune decine di milioni di euro che possono essere messi a disposizione del sistema produttivo delle Pmi". I fondi verranno messi a disposizione tramite bandi.