NICCOLO' GRAMIGNI
Economia

Crisi moda, Filctem Cgil Toscana: "A rischio un tessuto produttivo, servono soluzioni"

L'allarme del sindacato: “Sono mesi che cerchiamo di alzare il livello di attenzione sulle criticità che affliggono il settore”

La nota di Filctem Cgil Toscana

La nota di Filctem Cgil Toscana

Firenze, 26 agosto 2024 - “Sono ormai mesi che cerchiamo di alzare il livello di attenzione sulle criticità che affliggono il settore della moda, ed in particolare quei settori manifatturieri come il tessile, la concia, le pelli e le pelletterie. Già a fine marzo 2024, insieme a Femca Toscana e Uiltec Toscana, abbiamo inviato una richiesta di convocazione di un tavolo di Unità di Crisi alla Regione Toscana e successivamente, a metà maggio 2024, una successiva richiesta di convocazione ai Ministeri competenti”. È quanto dichiara la Filctem Cgil Toscana in una nota. “Questi settori nei primi mesi del 2024 hanno registrato la peggiore performance dei settori del Made in Italy, si va da un calo produttivo nazionale su base annua dell’8,8% con una grave e preoccupante accentuazione nel periodo pre feriale del 9,3%, con punte nel settore della pelle che arrivano addirittura in doppia cifra – si aggiunge dal sindacato -. Ad un calo dei consumi interni si somma un rilevante calo dell’export. La crisi del commercio internazionale pesa fortemente sulle vendite all’estero: se nel 2023 il valore dell’export ha ristagnato sul -0,3%, il 2024 non registra condizioni migliori. Una lettura errata sarebbe quella che induce a considerare questi settori esclusivamente riferibili ai grandi brand, in realtà questi sono settori ad alta vocazione artigiana, legata alle committenze dei brand, ma che di fatto costituiscono una massa importante in un sistema caratterizzato dall’alta densità di piccole imprese e di imprese artigiane. In Toscana, come nel resto del Paese, il perdurare di questa crisi rischia di decimare questo tipo di tessuto produttivo che detiene le capacità, l’esperienza professionale, l’attitudine manifatturiera artigiana e tecnologica per sviluppare prodotti ad alto valore aggiunto che sino ad oggi hanno caratterizzato le produzioni nostrane incontrando anche una rilevante attrattibilità verso queste produzioni. Ora, se decidiamo che tutto ciò è inutile e non costituisce una ricchezza per il nostro Paese o per la nostra Regione, bene, attendiamo con calma che la crisi finisca e ripartiremo da ciò che resta”. Come Filctem Cgil Toscana, si conclude, “non ci stiamo e non accettiamo di veder distruggere dei settori rilevanti per l’economia del territorio e per i livelli occupazionali che impiega, non ci stiamo a veder distruggere professionalità, competenze, storia, passione e inventiva a scapito delle produzioni di massa fatte nei paesi stranieri dove non si rispettano ambiente e diritti dei lavoratori e delle persone.  E’ per questo che ancora insistiamo a chiedere che si trovino soluzioni che consentano di salvaguardare occupati e imprese che stanno terminando la cassa integrazione, soluzioni che consentano di poter arrivare vivi alla ripresa produttiva.  L’occasione è unica, salvaguardare l’eccellenza ed il patrimonio della moda italiana evitando di commettere errori già fatti in altri settori dove il Paese eccelleva e che non ha tutelato a dovere”.