MONICA PIERACCINI
Economia

La Toscana cresce, ma non troppo. Ripresa debole per Pil e consumi

Le previsioni di Confcommercio per il 2024 non sono brillanti: “Stagnazione economica”

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Il presidente di Confcommercio Toscana, Aldo Cursano

Firenze, 22 ottobre 2024 – Il 2024, secondo le previsioni di Confcommercio, dovrebbe chiudersi con una crescita del Pil toscano limitata al +0,4%, inferiore alla media nazionale del +0,8%.I consumi, cresciuti in Toscana nell’ultimo biennio ad un tasso superiore a quello nazionale, si fermeranno al +0,8%, in linea con il dato italiano.

Sul medio periodo (2020-2024), la dinamica dei consumi regionali è stata stagnante, con una variazione annua dello 0,1%. Questo rallentamento ha avuto effetti evidenti: tra il 2012 e il 2023, circa 3.500 imprese del commercio hanno chiuso nei principali comuni toscani, con una flessione superiore al 21%. Oltre 7.500 le imprese del terziario perse in Toscana tra il 2022 e 2023. Lo scenario economico che si delinea per la regione è perciò quello di una ripresa debole, con il Pil che resta praticamente fermo e i consumi in leggero recupero.

«Un quadro - commenta il presidente di Confcommercio Toscana, Aldo Cursano - che riflette la fase di stagnazione economica interna in cui ci troviamo e da cui si potrà uscire solo con una strategia forte che restituisca potere d’acquisto alle famiglie».

«Come sistema Confcommercio – e lo dico con orgoglio - abbiamo fatto la nostra parte, rinnovando in questi mesi tutti i principali contratti collettivi nazionali di lavoro, da quello del terziario, che in Toscana interessa oltre 350mila dipendenti, a quello dei pubblici esercizi di Fipe Confcommercio, che ne interessa altri 75mila, a quello degli alberghi. I dipendenti del terziario - fa presente Cursano - si troveranno a regime fino a 200 euro in più al mese in busta paga. Soldi che saranno rimessi in circolo e che, speriamo, servano a far ripartire i consumi». 

E questo in un momento in cui anche le imprese, come le famiglie, devono sostenere un aggravio dei costi. «Un tema che ci preoccupa in modo particolare – sottolinea Franco Marinoni, direttore di Confcommercio Toscana - è la crescente desertificazione commerciale, con la chiusura di oltre 3.400 imprese nei principali comuni toscani nell’ultimo decennio. Questa tendenza non solo impoverisce i nostri centri urbani, privandoli di luoghi di socialità e presidi di sicurezza, ma penalizza l’intero tessuto economico locale. Perché una città senza negozi non è attrattiva per nessuno, né per i residenti né per i turisti».

«Per garantire una ripresa più solida e duratura - conclude Marinoni - è necessario un intervento mirato a rivitalizzare il commercio e promuovere investimenti in settori chiave come il turismo, la digitalizzazione e l’innovazione delle imprese. Solo così potremo invertire la tendenza negativa e dare nuovo impulso all’economia della Toscana».