Festival di Luce! / Inclusione nel mondo del lavoro: “Ognuno ha il suo talento, serve farlo emergere”

Il panel durante l’evento di Firenze nel Salone dei Cinquecento

Luisa Bagnoli, Sara Gay, Claudia Segre

Luisa Bagnoli, Sara Gay, Claudia Segre

Firenze, 21 ottobre 2023 – Tanti gli ostacoli nel mondo del lavoro, soprattutto per le donne. Il Festival di Luce! affronta anche questo tema nell’ambito della giornata di Palazzo Vecchio. Claudia Segre, presidente Global Thinking Foundation parla di abbandono del lavoro per le regole del mondo del lavoro stesso: “Teniamo conto che siamo il Paese con il più alto numero di ragazzi e ragazze che non cercano neanche lavoro e non studiano. C’è una grande difficoltà in un Paese in cui abbiamo tante famiglie monogenitoriali con donne”.

Si parla di smart working: “Questo, visto come possibilità di flessibilità, è un modo per entrare nel mondo del lavoro per una migliore gestione della famiglia. Manca un pezzo di normative. Alcune aziende hanno dato grandi facilitazioni alle donne per favorire la gestione, lasciando che arrivino comunque a ruoli apicali. Se non si capisce questo vivremo in un Paese dove le donne hanno potuto iniziare ad aprire conti correnti solo alcune decine di anni fa”. 

Sara Gay, Head of Group Diversity, Equity and Inclusion di Unicredit: “Equità vuol dire riconoscere i bisogni di ognuno. Le aziende si sono concentrate molto sull’inclusività che portava a un aumento dell’inclusione di genere. Serve pensare a creare degli impatti che generino merito, il vero valore che poi possiamo riflettere nelle opportunità che viene dato a ognuno nel rispetto delle caratteristiche di ciascuno”. Per Gay, “Non basta acquisire i talenti ma farli crescere. Dobbiamo creare un sistema di processi di valore e di cultura aziendale che crei equa opportunià, con quel merito che la scuola per prima deve rappresentare”. 

Si parla molto di unicità, di dare a ognuno una possibilità secondo le capacità. “La bellezza della parola unicità – dice Luisa Bagnoli, Ceo Beyond Int. & Double Robotics Partner - è che se siamo unici non c’è bisogno di parlare di diversità. Se siamo unici siamo diversi per forza. Venendo al talento, se sai di essere unico, hai un talento anche te. Abbiamo costruito un concetto di talento un po’ bipolare. Io sono un talento e lo sei anche tu. E’ vero che siamo tutti talenti. Perché poi non lo pensiamo? Perché è un concetto in cui devono credere tutti fin dall’infanzia. E’ a tre anni che crei la tua fiducia in te stesso e inizi a conoscerti e puoi conoscerti solo se gli altri ti ascoltano, a quell’età hai bisogno di uno specchio”. 

Spesso la paura di sbagliare affligge i lavoratori, soprattutto le donne. “Dobbiamo liberarci da questo – dice Claudia Segre – C’è il problema dell’autostima, soprattutto nei giovani. Le cadute e le risalite fanno parte della nostra vita. La nostra autodeterminazione è un diritto delle donne e attraverso questo diritto cresciamo ma il social non deve darci un giudizio, siamo noi la vera realtà della nostra società”.