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Firenze non è una città per giovani. “Senza una casa di proprietà impossibile sopravvivere”

L'indagine Cisl: per vivere in un mini appartamento a Firenze ci vogliono tra i 18.500 e i 22.300 euro l'anno. I giovani hanno redditi medi lordi che vanno dai 10mila ai 19mila euro

I giovani e la ricerca di una casa

Firenze, 12 settembre 2023 - Quanto serve per vivere a Firenze tra affitto, cibo, vestiti, bollette e trasporti? Tra i 18.500 e i 22.300 euro l'anno, considerando un mini appartamento di 35 metri quadrati. Peccato, però, che i giovani under 35, con gli attuali stipendi, non riescano a sostenere queste cifre. Il reddito medio lordo – dice lo studio commissionato dalla Cisl di Firenze-Prato e realizzato dai ricercatori Stefano Dal Pra Caputo e Francesco Peron - è di 10.537 per i 20-24enni, di 15.614 per i 25-29enni e di 19.075 per i 30-34enni. “Se non si ha una casa di proprietà, insomma, è impossibile sopravvivere”, ha dichiarato il segretario generale della Cisl di Firenze e Prato Fabio Franchi nel corso della presentazione dell'indagine, che si è svolta nella sede della Città metropolitana a Firenze. “Dovremo tutti farci carico di questo problema, se non vogliamo che la città si svuoti”.

“Abbiamo voluto questa ricerca – ha detto Franchi – per guardare al domani in modo complessivo. Conoscere il quadro servirà, a tutti, per elaborare progetti e percorsi in grado di dare risposte alle persone che abitano le nostre comunità. Per questo abbiamo scelto di condividere questa ricerca con tutti gli stakeholder del territorio, procedendo come nostro stile non per contrapposizioni, ma cercando di condividere soluzioni, anche in vista delle elezioni amministrative che riguarderanno diversi comuni il prossimo anno e che necessariamente dovranno evidenziare proposte e avanzare risposte a questi problemi”.

Sul fronte occupazione ci sono due problemi che insieme diventano devastanti, quello demografico e il mismatch del mercato del lavoro: la diminuzione di persone in età lavorativa (-38mila nella provincia tra 10 anni), sarà ancora più pesante se non riusciamo a far incontrare chi cerca e chi offre lavoro. Si può partire dalle politiche attive pubbliche, che manifestano criticità e vanno migliorate, coinvolgendo anche le parti sociali che conoscono da vicino i fabbisogni occupazionali del territorio, e dall’orientamento scolastico.”

Secondo il segretario Cisl “c’è poi un problema di redditi. La maggiore richiesta di mano d’opera e in particolare di manodopera giovanile, arriva da commercio, servizi di alloggio, ristorazione e turistici. Ma proprio questi settori offrono il reddito medio più basso (9.707 euro per alloggio e ristorazione, 15.226 per noleggio e agenzie di viaggio, 22.112 per commercio) e dunque sempre più spesso incompatibile con la vita a Firenze. Un circolo vizioso da spezzare, perché proprio i settori che offrono più lavoro, avranno più difficoltà a trovarlo. E se alcune figure professionali non si trovano ciò ha a che fare anche con un problema di applicazione corretta dei contratti, col lavoro nero e grigio. “Questi dati - ha concluso Franchi - evidenziano con chiarezza due elementi: che pur in presenza della crescita dei servizi, il manifatturiero è importante e va difeso, anche perché offre i salari più alti e che il costo degli affitti va riportato sotto controllo, perché la casa ha ormai un costo insostenibile.”

A proposito di salari, Franchi ha evidenziato anche il forte gap generazionale, “con retribuzioni di ingresso molto più basse rispetto ai lavoratori più maturi, segno che la nostra progressione salariale è ancora basata sull’anzianità anziché sulle competenze e sull’investimento formativo: rispetto ai 55-59enni (28.729 euro di lordo annuo medio), i lavoratori dipendenti tra i 20 e i 24 anni guadagnano un terzo (10.538 €), i 25-29enni la metà (15.614 €). Resta anche un gap di genere: l’occupazione femminile cresce (da 43,9% nel 2004 a 48,1% nel 2022), ma le ore lavorate sono più o meno le stesse e il divario salariale uomo/donna rimane.”

Franchi ha infine sottolineato la necessità di “ridefinire i servizi alla luce di una popolazione che invecchia. Con gli investimenti del Pnrr non basta costruire edifici, occorre migliorare i servizi alla persona. Rivedere e potenziare la sanità territoriale è indispensabile: ce lo ha dimostrato la pandemia, ma sarà ancora più vero nei prossimi anni, quando la popolazione anziana crescerà ancora.”