Firenze, 24 luglio 2023 – Manca personale, ma gli incentivi per le assunzioni ci sono. Già previsti nella legge di bilancio 2023, hanno avuto il via libera dall’Unione europea solo da qualche settimana. Sono sgravi contributivi che vanno alle imprese che assumono soggetti svantaggiati, ovvero giovani sotto i 36 anni, over 50 e donne. "In questo momento – spiega Leonardo Fibbi, responsabile ufficio paghe di Confartigianato Imprese Firenze – esistono diversi incentivi per le assunzioni, anche se sono molto settoriali, riguardanti specifici soggetti". La novità riguarda in particolare gli sgravi per under 36, donne e percettori del reddito di cittadinanza. La legge di bilancio 2023 aveva, infatti, già nei suoi articoli, potenziato alcune misure di sgravio contributivo presenti negli anni precedenti e ciò per favorire l’inserimento delle categorie svantaggiate, che sono indicate, insieme alle istruzioni operative, nelle circolari Inps 57 e 58 del 22 giugno 2023, pubblicate qualche giorno dopo che l’Unione europea ha dato il via libera all’applicazione di queste misure in Italia. Ecco, in dettaglio cosa prevedono.
Giovani under 36 – Le aziende che assumono con contratto a tempo indeterminato giovani sotto i 36 anni, che hanno lavorato fino a quel momento solo con contratti precari, hanno diritto ad uno sgravio contributivo del 100% fino ad un massimo di 8mila euro l’anno. Lo sgravio dura fino a 36 mesi.
Donne – Anche per chi assume donne l’esonero contributivo è del 100% e fino ad un massimo di 8mila euro l’anno (in precedenza il limite era di 6mila). Lo sgravio può arrivare a 12 mesi se il contratto di assunzione è a tempo determinato e fino a 18 mesi se è indeterminato o se si procede alla trasformazione da determinato a indeterminato. Over 50 – Le aziende che assumono ultracinquantenni disoccupati da almeno 12 mesi hanno diritto a uno sgravio parziale del 50%, per una durata fino a 18 mesi.
"Per le piccole aziende è un notevole aiuto non pagare i contributi o pagarne anche solo la metà" sottolinea Fibbi. "Il vero problema è che spesso il personale non si trova e il contratto di apprendistato non è la soluzione migliore per avvicinare un giovane al mondo del lavoro. Lo stipendio è sotto i mille euro al mese e anche le imprese non amano questo tipo di contratto". Anche se infatti i contributi da versare sono bassissimi (1,5% per il primo anno, 3% per il secondo, 10% per i successivi) l’imprenditore deve formare il ragazzo e, se non è adatto al mestiere, non può licenziarlo, tranne che per giusta causa. "E’ insomma un contratto complicato da adottare per una piccola impresa. Per questo noi suggeriamo di assumere inizialmente con contratto a tempo determinato e, se il candidato è adatto al mestiere, procedere con l’apprendistato, che nell’artigianato dura cinque anni", conclude Fibbi.