Firenze, 17 marzo 2025 – L'inflazione in Toscana a febbraio 2025 è dell'1,5% rispetto ad un anno fa, leggermente inferiore alla media nazionale dell'1,6%, ma in risalita rispetto all’1,2% registrato a gennaio 2025. La “stangata” annua per le famiglie toscane si attesta, perciò, a 370 euro, contro quasi i 600 euro in più che devono sostenere i residenti in Trentino-Alto Adige, la regione dove l’inflazione cresce di più: +2,1%. La spinta al rialzo è dovuta principalmente all’aumento dei prezzi dell’energia e dei beni alimentari.

I dati in provincia
Anche a Firenze risale leggermente l’inflazione annua, dallo 0,6% allo 0,9%, anche se, nella classifica di Unc, l’Unione nazionale consumatori, risulta l'ultima per aggravio di spesa, insieme ad Aosta, tra i capoluoghi di regione, province autonome e grandi comuni considerati dall'Istat, con un aumento del costo della vita pari a 235 euro annui. Siena resta la città con i maggiori rincari in Toscana, salendo dal quinto al terzo posto in Italia, dopo Bolzano e Rimini, con un'inflazione del 2,6% e un rincaro annuo di 663 euro per famiglia. Arezzo occupa l'11esima posizione, con un'inflazione del 2,1% e un aggravio di 536 euro. Pistoia, con il 2%, si piazza al 14esimo posto. Massa-Carrara e Grosseto condividono la 39esima posizione con un tasso del 1,5% ed un aumento della spesa annua pari a 383 euro. Pisa si colloca al 51esimo posto, con un'inflazione del 1,4% e un impatto di 357 euro. Lucca segue al 54esimo posto con un 1,3% e 332 euro di spesa aggiuntiva. Livorno, al 62esimo posto, registra un 1,2% e un rincaro di 306 euro. Firenze, al 74esimo posto a livello nazionale, presenta un'inflazione dello 0,9%, tra le più basse d'Italia,
L’andamento dell’inflazione a livello nazionale
A febbraio 2025 l’inflazione in Italia ha segnato un leggero rialzo, passando dall’1,5% di gennaio all’1,6%. Questo incremento è dovuto principalmente all’aumento dei prezzi degli energetici, tornati in crescita (+0,6% da -0,7% di gennaio), con particolare riferimento alla componente regolamentata (+31,4% da +27,5%). Anche i beni alimentari hanno registrato una crescita dei prezzi, con il cosiddetto "carrello della spesa" che passa dal +1,7% al +2%.
Di contro, si evidenzia una flessione nei prezzi di alcuni servizi, tra cui trasporti, comunicazioni e settori ricreativi e culturali. L’inflazione di fondo, che esclude i beni energetici e alimentari freschi, scende al +1,7%.