Firenze, 17 aprile 2025 – A marzo 2025 l’inflazione torna a salire in Italia, attestandosi all’1,9% su base annua, rispetto all’1,6% registrato a febbraio. Una dinamica che risente in particolare dell’aumento dei prezzi più volatili, come quelli dei beni energetici e degli alimentari freschi.
Secondo quanto emerge dai dati Istat, la Toscana segue il trend nazionale, ma con un ritmo più contenuto: l’indice regionale passa da +1,5% a +1,7%, restando sotto la media sia dell’Italia (+1,9%) che del Centro Italia (+1,8%). Livorno e Firenze, rispettivamente con +1,3% e +1,2%, sono ultime nella graduatoria degli indici dei prezzi al consumo di Istat che mette a confronto i capoluoghi di regione, province autonome e grandi comuni.
Energia e gas in aumento: pesa il mercato libero
Tra i principali motori della risalita dell’inflazione ci sono i beni energetici, il cui incremento passa dallo 0,6% al 2,6% su base annua. In particolare, l’aumento è guidato dalla componente non regolamentata, ovvero quella del mercato libero, che registra rialzi importanti: il gas di città e gas naturale passa da -2,2% a +7,5%, e l’energia elettrica da -6% a +0,7%.
In controtendenza invece il mercato tutelato, che vede i prezzi rallentare. Il gas scende da +28,1% a +14,6%, mentre l’energia elettrica rimane stabile al +21,6%, con buona pace dei promotori della liberalizzazione del m ercato dell’energia.
Tabacchi più cari per l’effetto accise
Altro fronte caldo è quello dei tabacchi, con aumenti legati all’incremento delle accise, confermato dall’ultima legge di bilancio. Dal 2025 la quota fissa è salita da 28,20 a 29,50 euro per mille sigarette, provocando rincari su tutta la linea.
Secondo l’Istat, i prezzi dei tabacchi crescono del 4,6% su base annua, con le sigarette che arrivano a +5,6%. Dopo gli aumenti di gennaio e febbraio 2025, una nuova ondata di rincari è arrivata il 27 marzo, coinvolgendo altri marchi secondo quanto comunicato dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli.
Il carrello della spesa non si ferma
Anche il “carrello della spesa” – che comprende i beni alimentari e per la cura della casa e della persona – torna a crescere: +2,1% su base annua, in leggera accelerazione rispetto a febbraio.
A salire sono soprattutto i prodotti freschi, come i vegetali (+4,4%) e la frutta (+3,1%), mentre gli alimentari lavorati restano più stabili (+1,9%).
Cosa aumenta di più
In sintesi, le maggiori variazioni di prezzo rispetto a marzo 2024 riguardano il capitolo “abitazione, acqua, elettricità e combustibili”, che segna un +6%. Seguono i servizi ricettivi e ristorazione (+3,3% in un anno), bevande alcoliche e tabacchi (+3,2%), istruzione: (+2,9%) e prodotti alimentari e bevande analcoliche (+2,5%).
Consumatori in allarme: "Una vera e propria stangata"
Non tarda ad arrivare la reazione delle associazioni dei consumatori. «Prosegue l’impennata dei prezzi, in atto da settembre. Speriamo che aprile porti un’inversione di tendenza grazie al calo del gas e ai bonus sulle bollette», commenta Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
Dona lancia però l’allarme anche sui rincari collegati alle vacanze pasquali e ai ponti di primavera: «I voli nazionali sono saliti del 16% in un mese, quelli europei del 15,3%. E il gas del mercato libero ha registrato un +4,6% in un solo mese. Se l’inflazione è al 1,9%, una famiglia con due figli paga 687 euro in più all’anno: ben 228 solo per alimentari e bevande, 249 per il carrello della spesa, 105 per ristoranti e alberghi. Una vera e propria stangata».