MONICA PIERACCINI
Economia

Toscana, il direttore di Bankitalia ai risparmiatori: “Prudenza per spese e investimenti"

Venturi : "Il debito delle famiglie toscane è contenuto rispetto agli altri Paesi e di buona qualità”

Mario Venturi, direttore della sede fiorentina della Banca d’Italia

Mario Venturi, direttore della sede fiorentina della Banca d’Italia

Firenze, 30 luglio 2022 – Aumentano i prezzi al consumo e in rialzo sono anche i tassi di interesse. Come si devono comportare i risparmiatori in questa fase? Lo abbiamo chiesto al direttore della sede di Firenze di Bankitalia, Mario Venturi.

Direttore, nel contesto attuale, cosa consiglia ai risparmiatori toscani? «Sebbene le scelte di risparmio e consumo siano dettate dalle preferenze individuali, in termini anche di avversione al rischio, l’invito generale è quello alla prudenza e alla diversificazione del rischio nelle scelte finanziarie. avendo particolare attenzione al rapporto rischio-rendimento delle diverse opzioni, soprattutto in questa delicata fase di rallentamento dell’economia e di maggiore volatilità dei mercati finanziari».

Cosa ci attende nei prossimi mesi? «Mentre negli Stati Uniti la dinamica dei prezzi riflette maggiormente il surriscaldamento della domanda, in Europa l’inflazione è sospinta principalmente dal rincaro dei prodotti energetici che non può essere contrastato direttamente dalla politica monetaria, la quale ha il compito di ancorare le aspettative di inflazione all’obiettivo di medio/lungo termine della Banca Centrale Europea, ovvero un tasso di crescita dei prezzi del 2 per cento. Come ha ricordato il Governatore all’Assemblea dell’ABI lo scorso 8 luglio, le aspettative a lungo termine dei mercati restano sostanzialmente in linea con l’obiettivo della Bce. In quanto agli aumenti per le famiglie, nell’ultimo bollettino economico della Banca d’Italia stimiamo che le misure adottate dal Governo per alleviare il peso dei rincari energetici abbiano quasi dimezzato l’impatto dello shock inflazionistico sui nuclei familiari a più basso reddito».

Irpet dice che le famiglie stanno perdendo il loro potere d'acquisto al ritmo di 163 euro al mese... «Dal lato degli investimenti finanziari, l’aggressione della Russia all’Ucraina ha generato il calo dei corsi azionari e l’aumento della volatilità delle quotazioni, particolarmente rilevanti per l’area dell’euro, più integrata con l’economia russa. Nel 2020, ultimo anno disponibile, la ricchezza delle famiglie toscane era costituita per il 60 per cento da beni immobili e per il 40 da attività finanziarie, che risultavano in continua crescita dal 2012. Quest’ultima componente potrebbe ridursi e impattare negativamente sulla ricchezza complessiva, considerato che circa due quinti delle attività finanziarie nel 2020 erano costituiti da titoli, azioni, partecipazioni, quote di fondi comuni».

Mutui e prestiti: rischiano i risparmiatori a indebitarsi ulteriormente con gli istituti di credito? «Il nuovo quadro congiunturale, con i rischi deflazionistici definitivamente tramontati, ha portato le maggiori banche centrali a un ripensamento della strategia di politica monetaria con l’abbandono della politica dei tassi negativi. Ma per famiglie e imprese le condizioni di finanziamento, finora eccezionalmente accomodanti, dovrebbero mantenersi favorevoli poiché, secondo le previsioni, nell’area euro i tassi d’interesse reali a breve termine resteranno negativi ancora a lungo. In prospettiva, indebitarsi per le famiglie sarà comunque relativamente meno conveniente rispetto agli ultimi anni, che hanno registrato tassi eccezionalmente bassi».

Meglio essere prudenti? «Il mutato quadro rende più complicato formulare aspettative a medio termine sul livello dei tassi, in un contesto di crescente volatilità. A fronte di questi fattori, sarà fondamentale per le famiglie adottare criteri di spesa e investimento improntati a cautela. Il debito delle famiglie toscane si presenta comunque contenuto nel confronto internazionale e di buona qualità. In Toscana nel 2021 la sua incidenza in rapporto al reddito era pari al 56,8 per cento (sostanzialmente allineato all’Italia) a fronte di una media dell’area dell’euro del 98,1; il tasso di deterioramento dei prestiti alle famiglie è sceso a un livello eccezionalmente basso, sotto l’1 per cento».