Firenze, 24 ottobre 2024 – Il turismo in Toscana ha vissuto una fase di luci e ombre nei primi otto mesi del 2024. Secondo i dati della nota congiunturale di Irpet, se da un lato il flusso di turisti stranieri ha contribuito a mantenere stabile il settore, dall'altro si registra una significativa contrazione della domanda interna, da parte dei turisti italiani e dei toscani stessi.
Un quadro complesso: flussi turistici e presenze
Le presenze turistiche nei primi sette mesi del 2024 mostrano un lieve aumento complessivo rispetto al 2023 (+0,5%), superando di poco i livelli pre-pandemia. Questo risultato positivo nasconde una serie di criticità, in particolare nei mesi estivi. A giugno e luglio 2024, il calo delle presenze ha raggiunto rispettivamente il -6,2% e il -5%, con una decisa flessione nel turismo interno. La componente italiana ha subito una riduzione importante, con un calo delle presenze toscane del -13,5% e degli italiani provenienti da altre regioni dell'8,5%. Questo trend negativo è particolarmente evidente tra i turisti del Nord Italia, storici frequentatori delle destinazioni balneari della regione.
Turismo straniero: un motore in crescita
In netta controtendenza rispetto al calo della domanda interna, il turismo straniero ha contribuito significativamente a sostenere il settore. Le presenze di turisti extraeuropei sono cresciute del 12,3%, con un picco di presenze dall'Asia (+34,1%) e dall'Africa (+14,6%). Anche il turismo nordamericano ha registrato una ripresa significativa, con un aumento del 7% rispetto al 2019.
Le città d'arte, come Firenze e Lucca, hanno beneficiato maggiormente di questo afflusso di turisti stranieri, registrando un aumento del 4,7% rispetto al 2023. Firenze fatica, però, ancora a recuperare completamente i volumi pre-pandemici, con una riduzione delle presenze del 5,2% rispetto al 2019.
Le destinazioni in difficoltà
Le criticità maggiori si riscontrano nelle aree balneari, che hanno sofferto per la contrazione del turismo domestico. Nei primi sette mesi del 2024, le località costiere hanno registrato un calo complessivo del 6,7%, con una situazione particolarmente negativa nei mesi di giugno e luglio. Anche le aree collinari, sebbene in crescita nei primi mesi dell'anno, hanno visto un rallentamento nei mesi estivi, con una riduzione delle presenze del 2,8%.
Strutture ricettive: chi va bene e chi soffre
Tra le tipologie di strutture ricettive, le locazioni turistiche brevi continuano a mostrare una crescita notevole, con un aumento del 27,2% rispetto al 2023. Questo boom è attribuibile sia all’aumento della domanda, sia all'emersione statistica di queste strutture, che sono diventate sempre più popolari negli ultimi anni. Anche gli agriturismi e gli alberghi di lusso (4 e 5 stelle) si confermano tra le categorie che hanno meglio superato la crisi post-pandemica.
Al contrario, soffrono di più le strutture ricettive balneari, come villaggi turistici e campeggi, che hanno subito un calo importante a causa della diminuzione del turismo domestico. Inoltre, gli alberghi di fascia qualitativa più bassa, soprattutto quelli presenti nelle aree costiere, faticano a recuperare i livelli del 2019, aggravati anche dalla concorrenza delle locazioni turistiche.