L’acqua, il bene più prezioso. Toscana fuori dalle infrazioni. Concessioni, il nodo-proroghe

Perini (Publiacqua): “Rinviamo di qualche mese in modo da far apprezzare ai territori la qualità del bando scelto”. Guerrini (Arera) invita alla cautela: “Evitiamo passi falsi”

pavia-ragazza beve acqua da un bicchiere rincari acqua - foto torres

L'acqua, il bene più prezioso. Toscana fuori dalle infrazioni

Firenze, 28 settembre 2024 – Riallineamento delle concessioni che in Toscana scadono a distanza di dieci anni (dal 2024 di Publiacqua al 2034 di Gaia), modello gestionale del servizio idrico per il futuro, anche con la possibilità di prevedere una tariffa unica regionale per sostenere i territori in difficoltà e investimenti infrastrutturali per vincere la sfida climatica: ruota attorno a questi temi il dibattito sull’acqua.

Con sensibilità differenti di politici e manager, e interessi che travalicano i confini regionali. Ma sono le proroghe il tema che in questi giorni è diventato particolarmente incandescente, soprattutto dopo l’intervento dell’assessore regionale Monia Monni che ipotizza un riallineamento al 2031. Anche di questo si è dibattuto nella tre giorni della Festa dell’acqua che ha scelto la Fortezza di Firenze come palcoscenico.

Ad aprire i lavori di uno dei pannel è stato il direttore dell’Autorità idrica Toscana, Alessandro Mazzei, che ha rivelato come da giugno 2024 la Toscana è uscita dalle procedure di infrazione europee riguardanti fognature e depurazione.

“Un risultato significativo: dai 66 agglomerati iniziali la regione è passata a zero irregolarità grazie agli investimenti effettuati negli ultimi anni”.

Ma – ha ricordato – nuove sfide si profilano all’orizzonte, legate alle nuove direttive europee e alla necessità di modernizzare le infrastrutture idriche. E’ in fase di sviluppo un masterplan per identificare le opere strategiche necessarie per fronteggiare un domani impegnativo. Tra i progetti in cantiere, l’ipotesi della diga in Val di Cecina, un intervento da oltre 130 milioni di euro che potrebbe garantire una maggiore resilienza alle infrastrutture idriche di fronte ai cambiamenti climatici. 

Nonostante i progressi restano le ombre, come l’elevato costo del servizio in Toscana, tra i più alti in Italia, ha ammesso il direttore dell’Ait, con un prezzo medio di 3,60 euro al metro cubo.

Poi c’è il nodo delle concessioni: la prima a un passo dalla scadenza è Publiacqua, 45 comuni serviti tra cui Firenze, la quota maggioritaria del 60% in mano pubblica e una proroga intanto al 2025 per permettere ad Arera di dettare le linee guida del bando. Inoltre nella primavera scorsa i soci pubblici avevano ridisegnato il modello: mettere a bando il 30 per cento (e non l’attuale 40% che per Publiacqua è in mano ad Acque Blu Fiorentine, composta da aziende tra cui la romana Acea) e riprendersi interamente la gestione con il 70 per cento. ​​​​​

“Una scelta innovativa”, spiega Nicola Perini, presidente di Publiacqua, a margine della convention. “Che assegna più potere ai sindaci e un ruolo al socio privato nel processo di sviluppo dell’attività operativa”.

Prendendo la parola in platea aveva sottolineato che “il prolungamento delle concessioni è uno strumento importante: potrebbe voler dire non solo riallineare le concessioni di tutti i gestori idrici toscani, ma dare tempo ai territori di riflettere. Bisogna far prevalere l’interesse della Toscana, non di qualche città, quindi dobbiamo prenderci quel tempo necessario per andare in questa direzione”.

Ma quanto tempo? “Qualche mese, non certo cinque anni – spiega Perini – in modo da far apprezzare agli altri territori la qualità del bando scelto”. Da Siena a Grosseto, da Arezzo a Massa e Carrara gli altri presidenti delle società che gestiscono l’acqua sono stati più o meno concordi nei rinvii e, taluni nel riallineamento. Il sentiment è quello di un ridisegnare l’assetto dei servizi integrati a guida pubblica. ​​​​​

Il più cauto sulle proroghe è stato Andrea Guerrini, componente del collegio Arera, “per evitare passi falsi”. “La nostra pregiudiziale di fondo è che l’allungamento della concessione venga chiesta da soggetti che non ne hanno titolo, cioè soggetti salvaguardati e questo non è il caso dei toscani, l’altro aspetto è che l’estensione sia legata a importanti esigenze di investimenti. Ricordo che la concessione è un’arma a doppio taglio, abbiamo visto che territori che hanno chiesto l’estensione della concessione si sono ritrovati con toni dialettici molto accesi. Auspichiamo che non ci siano percorsi al contrario, accorciamenti, e questo è un tema che è importante da sottolineare”.

Erika Pontini

Claudio Capanni