MONICA PIERACCINI
Economia

Toscana: lavori in casa con personale a nero, si rischia una multa di 5mila euro

Ferretti (Confartigianato): “Norma impossibile da applicare per le piccole riparazioni private, che comporterà un aumento della burocrazia delle ditte e quindi dei prezzi”

Ristrutturazioni in casa, se ci sono lavoratori a nero si rischiano pesanti sanzioni

Ristrutturazioni in casa, se ci sono lavoratori a nero si rischiano pesanti sanzioni

Firenze, 3 maggio 2024 – Stop ai lavori a nero, anche se si tratta di piccole ristrutturazioni all'interno delle mura domestiche, come rifare il bagno o un intervento di manutenzione ordinaria. Saranno i committenti, quindi i proprietari dell’appartamento, ad essere ritenuti responsabili e quindi punibili con una multa che può arrivare fino a 5mila euro (da un minimo di mille euro).

La novità è contenuta nel decreto legge Coesione approvato dal governo il 30 aprile 2024. Il committente, per non incorrere in sanzioni, deve infatti ottenere dall’impresa che esegue i lavori l’attestazione riferita alla congruità del costo della manodopera anche per  interventi da 70mila euro in su, mentre prima la soglia era di 500mila euro. Sta dunque al proprietario di casa verificare, prima di pagare la ditta, che questa sia regolare e che non abbia utilizzato lavoratori a nero per effettuare gli interventi.

"E’ un controllo tutt'altro che banale, perché di fatto il proprietario deve avere la competenza di chiedere documenti alla ditta alla stregua di un appalto pubblico in modo da verificare che i lavoratori siano iscritti nel libro unico dei dipendenti", commenta Jacopo Ferretti, segretario generale di Confartigianato Imprese Firenze. “Anche se infatti il proprietario si affida ad una ditta, iscritta alla Camera di commercio, che ha presentato regolarmente un preventivo, non può sapere se chi lavora in casa sua sia regolare o meno. A me pare che questa sia una norma fatta più per deterrente, perché per i piccoli lavori privati di ristrutturazione mi pare quasi inapplicabile, visto che poi dovrebbe intervenire l’ispettorato del lavoro a fare i controlli. La legge dovrebbe prevedere delle deroghe per i lavori più piccoli o comunque stabilire l’iter di richiesta documentale per i lavori fatti a casa di un privato, per esempio prevedendo la presentazione di un’autocertificazione da parte della ditta”. 

Per le aziende edili, inoltre, fa presente Ferretti, “questa normativa non fa altro che aumentare il peso burocratico, perché devono organizzare un piccolo lavoro come se fosse grosso. Senza contare – sottolinea – che si rischia in generale un innalzamento della spesa per le ristrutturazioni, visto che aumenterà anche il lavoro per i tecnici e i professionisti e dunque anche le loro parcelle”. Per i lavori di ristrutturazione più grossi, in cui è prevista la presentazione della Scia, cioè la segnalazione certificata di inizio attività, l’onere del controllo della regolarità contributiva e sui dipendenti dell’azienda che gravitano sul cantiere, si trasferisce infatti dal proprietario di casa al tecnico, quindi al geometra o architetto.