Firenze, 8 luglio 2023 – Il costo del denaro che aumenta, l'incremento dei tassi, la corsa dell'inflazione riducono il reddito disponibile delle famiglie, che sempre con maggiore difficoltà riescono a rispettare le scadenze delle rate di mutui e finanziamenti. Secondo quanto emerge da un'analisi di Fabi, la Federazione autonoma bancari italiani, su dati Banca d’Ialia, a livello nazionale la massa di debiti ammalorati è arrivata, a marzo scorso, a 14,9 miliardi, tra sofferenze, inadempienze probabili e rate scadute. In Toscana la cifra sfiora il miliardo di euro, precisamente è di 973 milioni. Di questi, spiega Fabi, il mancato pagamento delle rate dei mutui pesa meno di un terzo (382 milioni), incalzato da rate non pagate per altri prestiti (369 milioni) e credito al consumo (207 milioni).
«È ormai evidente che l’azione della Banca centrale europea per contrastare l’inflazione non sta generando i frutti sperati. I prezzi - commenta il segretario generale Fabi, Lando Maria Sileoni - non calano significativamente e l’aumento così veloce del costo del denaro sta provocando un rialzo dei tassi di interesse su prestiti e mutui che mette in difficoltà sia le famiglie sia le imprese». «La Bce - prosegue - ha già preannunciato di portare il tasso base al 4,25 per cento il prossimo 27 luglio. Noi speriamo in un ripensamento e, comunque, ci auguriamo che tutte le prossime decisioni siano assunte con maggiore cautela da parte della Banca centrale europea. Quanto alle iniziative delle banche per dare respiro alle famiglie, occorre dire con chiarezza che qualsiasi decisione deve essere presa senza ansia e soltanto dopo una adeguata valutazione».
Allungare la durata dei mutui: gli effetti sulle rate e i rischi per la clientela
Lo ‘spalma-mutui’ non è sempre così conveniente. Dalle banche, spiega Fabi, arrivano le più svariate proposte: possibile allungamento dei tempi di rimborso dei mutui a tasso variabile, inserimento di un tetto massimo di variazione dei tassi, sospensione temporanea del pagamento della quota capitale delle rate dei mutui a tasso variabile o fisso. Tutte le soluzioni non sono a costo zero per le famiglie e imprese, perché ognuna di essa modifica il piano di ammortamento del prestito. Quello che è necessario è fare attenzione a tutti gli aspetti e valutarne la convenienza in funzione delle caratteristiche originarie del mutuo (importo, durata, tipologia di tasso, fisso o variabile, tasso di interesse nominale, tipologia di ammortamento) nonché della durata della sospensione richiesta. L’allungamento delle rate comporta un maggior esborso in termini di interessi e può precludere, alla clientela, di beneficiare a pieno di un eventuale, e probabile, calo dei tassi nel medio-lungo periodo.
Le simulazioni di Codacons
A proposito del maggior esborso degli interessi, è Codacons Toscana ad avere fatto delle simulazioni sugli effetti dell'allungamento delle rate dei mutui, che dimostrano, fa presente l'associazione dei consumatori, “quanto il vantaggio economico dello spalma-mutui relativo alla rata mensile sia del tutto esiguo”. Prendendo come esempio un mutuo in corso dell'importo di 100mila euro, al tasso del 5% con residuo di durata di anni 20, la rata attuale è di 669,96 euro e l'importo da pagare delle rate rimanente è di circa 160.790. Allungando la scadenza a 25 anni l'importo della rata diventa 584,59, con un risparmio mensile di 85,37. L'importo complessivo da pagare dei 25 anni ammonta ad 175.277 euro, che si traduce in un maggiore esborso di oltre 14.500 euro ( si sottrae infatti 160.790 a 175.377). Allungando invece la scadenza a 30 anni, sale il risparmio sulla rata mensile, che supera i 133 euro, con un importo complessivo da rimborsare per i 30 anni pari a oltre 193mila euro, pari ad un esborso aggiuntivo di oltre 32mila euro. «L'unica operazione auspicabile per proteggere il consumatore in questo periodo transitorio dell'aumento dei tassi per abbattere l'inflazione - conclude quindi Silvano Bartolini, esperto di credito di Codacons Toscana - potrebbe essere di mettere un tetto al tasso massimo applicabile dalle banche».
Spalma-mutui, attenzione alle regole sul default
Fabi mette in guardia i mutuatari anche su un altro aspetto nel caso decidano di allungare la durata delle rate del mutuo. Sono le regole in materia di default. In caso di ritardo di oltre 90 giorni consecutivi, per un cliente privato c’è una soglia limite di 100 euro e superiore all’1 per cento dell’esposizione verso il gruppo bancario. In passato, non esisteva una soglia minima, la soglia era pari al 5 per cento ed era possibile la compensazione con altre linee di credito non utilizzate. Nei casi in cui una banca decida di proporre una soluzione di allungamento dei piani di rimborso del prestito si rischia dunque che la modifica del piano di ammortamento equivalga ad un ritardo nel pagamento del debito e, se questo avviene, il debitore viene classificato in default con conseguenze per la banca (aumento dei crediti deteriorati e accantonamenti) e per la clientela (difficoltà di accesso a nuovo credito).