
Mutui e prestiti, scendono i tassi ma resta l'incognita Usa
Firenze, 18 aprile 2025 – La Banca centrale europea ha tagliato i tassi per la settima volta consecutiva, portando il costo del denaro dal 2,5 al 2,25%. È il punto più basso dal 2022. Una buona notizia per chi ha un mutuo o vuole accenderne uno, anche in Toscana, dove i primi segnali di ripartenza si sono già visti nella seconda metà del 2024. Ma cosa cambia davvero per le famiglie? E conviene muoversi adesso?
Toscana: mutui in ripresa, ma ancora sotto i livelli pre-crisi
Secondo l’ultimo report di Kìron Partner, del gruppo Tecnocasa, nel terzo trimestre 2024 le famiglie toscane hanno ricevuto 799,6 milioni di euro in finanziamenti per l’acquisto della casa, con una crescita del +6% rispetto allo stesso periodo del 2023. La Toscana si conferma quinta in Italia per importo erogato, con una quota del 7,4% del totale nazionale. Il bilancio dei primi nove mesi del 2024, però, resta in leggera flessione: -1,3% rispetto all’anno precedente.
Mutui: quanto si risparmia oggi rispetto a un anno fa?
La discesa dei tassi sta alleggerendo le rate. Secondo Silvano Bartolini, esperto credito di Codacons Toscana, tra febbraio 2024 e febbraio 2025 si è già verificato un risparmio notevole e il trend continuerà con questo ulteriore taglio dei tassi. In particolare, già considerando la situazione al febbraio 2025, chi ha sottoscritto un mutuo da 140mila euro a 20 anni ha risparmiato, in caso di tasso variabile, 117 euro, con la rata scesa da 923 a 806 euro al mese.
«È il momento giusto per valutare una rinegoziazione con la propria banca o, se rifiutata, optare per una surroga», consiglia Bartolini.
Prestiti personali: Taeg giù dal 11% al 7%
Anche i prestiti personali seguono l’andamento dei tassi. Il Taeg medio è diminuito del 6% nel corso del 2024, mentre il 2025, anno partito nel clima di incertezza è risalito, attestandosi al 10,45% secondo le stime preliminari Eurostat di febbraio 2025. Secondo Facile.it, su un prestito da 20mila euro in cinque anni, il risparmio medio in interessi può arrivare a circa 100 euro.
Obbligazioni e Btp: rendimenti in calo, focus sui titoli legati all’inflazione
Il taglio dei tassi ha portato anche ad un riposizionamento dei rendimenti obbligazionari: i Btp a 10 anni, tornati al 4% a marzo, sono ora al 3,70%. Complici anche la promozione del rating dell’Italia da parte di S&P (da BBB a BBB+) e il buon esito delle ultime aste del Tesoro, i titoli italiani si confermano appetibili.
In questo contesto, crescono le opportunità per chi vuole investire in bond legati all’inflazione, che offrono buoni rendimenti reali anche in caso di stagnazione economica.
Fisso o variabile? I nuovi scenari
L’Euribor – il tasso di riferimento per i mutui variabili – ha anticipato i tagli della Bce, passando da 2,55% a 2,27%. In parallelo, l’Eurirs – riferimento per i mutui fissi – si è assestato attorno al 2,63%, dopo aver sfiorato il 2,90% nelle settimane più turbolente sul fronte dei dazi Usa.
Secondo le stime, i mutui variabili potrebbero diventare più vantaggiosi nei prossimi mesi, ma oggi il differenziale tra fisso e variabile è ancora troppo ridotto per giustificare il rischio.
Per chi ha già un mutuo a tasso variabile, il beneficio si stima in circa 20 euro al mese ogni 100mila euro di debito residuo.
Secondo gli analisti, il ciclo di tagli potrebbe proseguire fino a toccare il 1,75-1,50% entro la fine del 2025, ma l’incertezza macroeconomica, in particolare legata alla politica economica degli Usa, potrebbe rallentare il percorso.
Nel frattempo, i toscani tornano a guardare al mattone: «Le condizioni attuali sono tra le migliori degli ultimi due anni – conclude Bartolini –. Chi ha in mente un acquisto, una ristrutturazione o una surroga, dovrebbe muoversi ora».