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Natale, un toscano su dieci pranzerà al ristorante. Spesa media e giro d'affari

Fipe Confcommercio fa il punto in vista del classico pranzo natalizio: “Vince il menù della tradizione”

Natale 2024, oltre 360mila toscani pranzeranno al ristorante

Natale 2024, oltre 360mila toscani pranzeranno al ristorante

Firenze, 23. dicembre 2024 – Un toscano su dieci trascorrerà il pranzo di Natale al ristorante, spendendo mediamente 78 euro. Sono le stime di Fipe Confcommercio Toscana, secondo cui sono oltre 360mila i toscani pronti a trascorrere il 25 dicembre in un locale insieme ai familiari. Il giro d’affari complessivo sarà di 28,5 milioni di euro. La spesa - 78 euro pro capite - sarà più alta di 4 euro, mediamente, rispetto al 2023. 

“Ormai un toscano su dieci (nel 2023 erano il 9%), passerà il Natale in un ristorante - sottolinea il presidente di Fipe Confcommercio Toscana Aldo Cursano, che è anche vicepresidente vicario di Fipe nazionale - un dato in crescita che riflette il cambiamento sociale a cui assistiamo da qualche anno: chi può preferisce spostare i festeggiamenti fuori casa, per godersi il pranzo senza il pensiero di doverlo anche organizzare, soprattutto se la famiglia è numerosa. Natale diventa quindi un’occasione per mettersi a tavola tutti insieme, regalandosi piatti di qualità e un servizio ricco di attenzioni”.

Vince il menù della tradizione

Nel menù vince la tradizione: crostini, salumi e formaggi come antipasto, poi cappelletti in brodo o pasta fresca condita con sugo di carne, arrosti o tagliata come secondo, infine il carrello dei dolci dove non mancheranno i classici pandoro e panettone, magari rivisitati dagli chef con le creme più golose.

A restare aperto per Natale sarà almeno il 65% dei locali, sempre secondo le previsioni di Fipe. Per loro il tutto esaurito è più che probabile, dal momento che molti sono già al completo per il pranzo di Natale. Tre locali su 4 offriranno il menù completo. Ancora presto, invece, per fare le stime del Cenone di San Silvestro. Il costo del menù completo sarà più consistente, come di consueto, vista la presenza di specialità di pesce e pietanze più ricercate. Aumenterà però anche l’offerta di menù a la carte rispetto al pranzo di Natale.

Il momento, in generale, non è facile per le famiglie e neppure per i pubblici esercizi. “Il tutto esaurito di Natale o di qualche fine settimana non deve trarre in inganno. Soprattutto nelle località con meno presenze turistiche i ristoratori faticano. A dicembre un tempo si poteva contare sulle cene aziendali, negli ultimi anni anche questo mercato si è molto ridotto. Ma teniamo duro - conclude Cursano - portando avanti la nostra tradizione di accoglienza”.