Firenze, 29 agosto 2024 – Più pensioni che stipendi. Succede soprattutto nelle province del Meridione, ma anche a Massa Carrara, dove i pensionati superano i lavoratori: sono 9mila in più. Il dato emerge da un'indagine dell'ufficio studi della Cgia di Mestre, che lancia l'allarme: vista la grave crisi demografica in atto, difficilmente si potranno rimpiazzare tutti questi lavoratori che non saranno più tenuti a timbrare il cartellino ogni giorno. Ciò metterà a rischio la sostenibilità economica del sistema sanitario e previdenziale.
Massa Carrara è l'unica provincia toscana a registrare un saldo negativo tra pensionati e lavoratori, posizionandosi 67esima su 107 nella classifica stilata dalla Cgia. A fronte di 81mila pensioni erogate dall'Inps si contano infatti solo 72mila lavoratori, tra dipendenti e autonomi (il dato è riferito al 2022). Massa Carrara non è però un caso isolato: in Italia altre 11 province settentrionali, oltre alla quasi totalità delle province meridionali, mostrano un numero di pensionati superiore a quello degli occupati. Tra queste anche La Spezia, al 61esimo posto in classifica, con un saldo negativo di 6mila unità (la provincia conta 92mila pensionati contro 86mila occupati).
La situazione in Toscana
Nonostante l'invecchiamento della popolazione, la Toscana si colloca al quinto posto tra le regioni più “virtuose”, dopo Lombardia, Veneto, Lazio ed Emilia-Romagna. Nel 2022 la regione ha registrato quasi 1,5 milioni di pensioni erogate e 1,6 milioni di occupati, con un saldo positivo di 137mila unità. Da notare, comunque, che il dato è inferiore alla media nazionale, dove il saldo è di 327mila unità.
Tra le province toscane in cui i lavoratori superano i pensionati spicca Firenze, dove i primi sono 77mila in più dei secondi. Firenze si posiziona al settimo posto tra le province più virtuose, con 383mila pensioni erogate e 459mila occupati. Seguono Prato, al 18esimo posto, con un saldo positivo di 33mila (87mila pensionati e 120mila occupati), e Pisa, al 29esimo posto, con un saldo di 14mila unità (167mila pensionati contro 181mila lavoratori). Anche Pistoia mostra un saldo positivo di 6mila unità, con 124mila occupati e 119mila pensionati, collocandosi al 34esimo posto. Nelle altre province toscane il divario si riduce ulteriormente: a Siena ci sono 114mila occupati contro 110mila pensionati e a Grosseto 98mila occupati e 94mila pensionati, entrambe quindi con un saldo positivo di 4mila unità (rispettivamente 41esimo e 42esimo posto della graduatoria). Arezzo conta 149mila occupati, 3mila in più rispetto ai 146mila pensionati, e si piazza così al 43esimo posto. Infine, a Livorno gli occupati superano i pensionati di mille unità (136mila contro 135mila, 45esimo posto in classifica).
L'allarme della Cgia
“Con un numero così elevato di pensionati e pochi lavoratori attivi – commenta il segretario della Cgia, Renato Mason – la spesa pubblica non potrà che aumentare, mentre le entrate fiscali sono destinate a diminuire. Questo trend, nel giro di pochi anni, comprometterà l'equilibrio dei conti pubblici. Per invertire la tendenza, è necessario aumentare il numero degli occupati, facendo emergere i lavoratori in nero e migliorando i tassi di occupazione di giovani e donne, che in Italia restano tra i più bassi d’Europa."