Firenze, 2 dicembre 2024 – La campagna olearia 2024 in Toscana sarà ricordata per la qualità eccellente dell’olio, ma anche per le difficoltà legate alle rese basse e ai costi elevati. Le aspettative dei produttori erano alte, ma le condizioni climatiche hanno inciso negativamente sulla quantità di olio estratto dalle olive, nonostante un raccolto abbondante. Secondo gli esperti, la resa media delle olive si attesta tra il 10% e l’11%, un dato inferiore rispetto alle annate migliori, dove si raggiungeva anche il 14-15%.
Matteo Mugelli, elaiotecnico e produttore a San Casciano Val di Pesa, spiega: “Il problema è che le olive sono ricche d’acqua a causa delle piogge autunnali e delle alte temperature estive. Questo ha aumentato il loro peso, ma non la quantità di olio. È un’annata particolare, ma la qualità sarà eccellente, con oli ricchi di polifenoli e antiossidanti”.
Un fenomeno confermato anche da Fausto Borella, maestro d’olio: “Le basse rese sono inevitabili quest’anno. La nebbia e le piogge hanno reso le olive più acquose. Tuttavia, l’olio sarà eccezionale, amaro e piccante, caratteristiche tipiche dell’olio toscano di alta qualità”.
In Maremma, Fabrizio Filippi, presidente dell’Olma, cooperativa di olivicoltori toscani associati per la produzione e commercializzazione di olio extravergine di oliva Toscano Igp, conferma che i prezzi all’ingrosso per l’Igp si manterranno tra i 10,50 e i 10,70 euro al chilo. “Nonostante la buona quantità di olive raccolte, le rese sono basse, ma la qualità è altissima. I prezzi al dettaglio non subiranno cali significativi”.
Quanto costerà dunque l’olio ai consumatori? Cesare Buonamici, presidente di Coldiretti Firenze-Prato e imprenditore olivicolo a Fiesole, prevede che una bottiglia da mezzo litro di olio certificato Igp toscano di alta qualità si attesterà tra i 16 e i 18 euro. “Il prezzo è congruo, considerando i costi di produzione molto alti”, afferma Buonamici. “L’olio toscano è un prodotto di nicchia, e la qualità deve essere valorizzata”.
La Toscana, d’altra parte, vanta quasi 80 varietà autoctone di olive, un patrimonio unico al mondo. Questa biodiversità contribuisce a creare oli con caratteristiche organolettiche diverse, capaci di soddisfare ogni palato. La sfida, secondo gli esperti, è rendere l’olivicoltura sempre più sostenibile e redditizia, anche attraverso l’irrigazione e il rinnovamento delle tecniche di coltivazione.
“Dobbiamo preservare il nostro patrimonio olivicolo. Le reti di impresa e i progetti di filiera – conclude Buonamici - sono fondamentali per garantire un futuro solido al settore e valorizzare il nostro territorio”.
Secondo Ritano Baragli, vicepresidente di Fedagripesca Confcooperative Toscana, a proposito dell’andamento della raccolta delle olive nella regione sottolinea la difficoltà a reperire manodopera. “In questo senso – fa presente - vanno molto meglio le zone del grossetano, lungo la costa, dove sono stati piantati oliveti intensivi e moderni in cui si fa la raccolta meccanicamente, con costi molto inferiori”. “I dati sono chiari: una singola persona riesce a raccogliere 2/3 quintali di olive al giorno, mentre con le macchine riesce a raccoglierne dieci volte tante. I paesaggi collinari della Toscana Centrale e del Mugello, però, non permettono di meccanizzare la produzione, dunque è tutto più difficile e col tempo il nostro olio costerà sempre di più perché raccoglierlo è sempre più complesso”.