Olio toscano, torna il sereno dopo la tormentata campagna del 2023

Ma restano i problemi. Gli olivicoltori: “Bassa redditività economica, preoccupa il rischio abbandono degli oliveti”

Olio extravergine di oliva (Foto Ansa)

Olio extravergine di oliva (Foto Ansa)

Firenze, 18 ottobre 2024 – La raccolta delle olive è iniziata e l'annata 2024 sarà buona, in qualità e quantità. Una boccata di ossigeno per gli olivicoltori, dopo l'annata disastrosa del 2023 e quella precedente comunque caratterizzata da una scarsa produzione. Le piante sono cariche di olive, grazie all'andamento climatico favorevole e in particolare alle piogge di fine estate-inizio autunno. Sulle piante le olive si presentano sane e belle, nei 370 frantoi si lavora a pieno regime già da una decina di giorni sulla costa. Tra qualche giorno partiranno anche le zone collinari e l’entroterra. La resa al momento è sul 10 per cento. La produzione nel 2024 aumenterà tra il 35 e il 40% e questa è una buona notizia anche per i consumatori, che non vedranno aumentare (ma sicuramente non scendere, visto gli elevati costi che sostengono gli olivicoltori) i prezzi dell'olio.

«Questa ripresa - spiega il presidente del Consorzio tutela olio toscano Igp, Fabrizio Filippi - dovuta certamente ad una stagione climatica favorevole con le giuste dosi di acqua che hanno permesso di superare senza problemi un’estate tra le più calde di sempre. Quello che ci preoccupa oggi non è il mercato dove il Toscano Igp ha una richiesta superiore a quella che le oltre 8mila aziende associate riescono a soddisfare, è l’incostanza delle annate olivicole per effetto dei cambiamenti climatici che non garantiscono, insieme alla costanza produttiva, la redditività economica sufficiente alle imprese aumentando il rischio di abbandono del territorio». «Senza risorse - prosegue Filippi - le aziende non possono né andare avanti, né tanto meno investire in nuovi impianti, più produttivi e performanti per aumentare la loro capacità produttiva e la loro resilienza considerando che dovremo affrontare, secondo gli esperti, estati sempre più lunghe e bollenti. C’è una grande riflessione da fare attorno al futuro dell’olivicoltura toscana».

Secondo i dati raccolti da Ismea, la produzione Ig della Toscana è dominata su fronte quantitativo dalla Igp Toscano che negli ultimi anni rappresenta circa il 95% dell’intera produzione certificata della regione. Seguono a molta distanza le altre 4 Dop regionali. Con 8.500 operatori, tra produttori e trasformatori, su 50mila totali a livello regionale e quasi 7 milioni di piante iscritte, il Consorzio dell’olio toscano Igp è la più importante realtà olivicola consortile. Il 40% delle imprese socie è guidato da un’imprenditrice. Grande è la propensione all’export dove rappresenta il 40% del totale delle esportazioni di tutti gli oli IG d’Italia. I mercati di riferimento sono gli Stati Uniti ed il Canada con il 50% delle transazioni.