Si rientra a casa da una giornata di lavoro, si apre la buchetta delle lettere ed ecco che compare la temutissima cartolina che indica il tentativo di consegna di un atto non andata a buon fine. Che atto? Da parte di chi? Sarà una multa? Una convocazione giudiziaria? O, molto meglio, il riconoscimento di un credito tributario? E’ capitato a tutti di trattenere il fiato davanti all’enigmatico talloncino che riporta cifre e codici, magari poi trascritti compulsivamente dal diretto interessato su internet alla ricerca (quasi sempre non del tutto esaustiva) di qualche indizio in più.
Dal 6 luglio si potrà ovviare a questo problema scegliendo di iscrivere il proprio indirizzo pec al sito governativo del domicilio digitale. In questo modo le notifiche della pubblica amministrazione verranno recapitate alla velocità di un clic sulla propria casella di posta elettronica certificata, in maniera sicura, certificata e immediatamente accessibile.
Cos’è l’Indice nazionale dei domicili digitali
Il provvedimento rientra nelle modifiche introdotte dal Governo in relazione alla pubblica amministrazione ed è stato pensato con l’intento di ridurre costi, sprechi e tempi di esecuzione di atti che oggi rischiano di perdersi nei meandri di buchette delle lettere magari a lungo inevase. Tutti coloro che vorranno aderire a questo nuovo metodo di notifica potranno farlo semplicemente mettendo mano al computer o allo smartphone: registrandosi si entra a far parte di una grande banca dati nazionale, quella appunto dell’Indice Nazionale dei Domicili Digitali (Inad), che raccoglie tutti gli indirizzi pec ai quali le pubbliche amministrazioni (ma anche gli altri utenti che conoscano il codice fiscale del destinatario), possono accedere, inviando così direttamente le comunicazioni che non rischiano di perdersi.
Come iscriversi
La procedura è semplice: l’utente interessato ad aderire a questo tipo di servizio deve cliccare sul sito https://domiciliodigitale.gov.it utilizzando le proprie credenziali Spid, della Carta di Identità elettronica o della Carta Nazionale dei Servizi, inserendo a quel punto il proprio indirizzo pec. Si possono iscrivere sia le persone fisiche (maggiorenni), che i professionisti. In quest’ultimo caso però chi possiede un indirizzo certificato è stato automaticamente già inserito nella banca dati. Se volesse farlo, autenticandosi sempre tramite i soliti canali di accesso, può comunque decidere di cambiare il proprio riferimento, inserendo magari quello privato.
I costi
La procedura è gratuita, ma comporta ovviamente la necessità di possedere un indirizzo di posta elettronica certificata. Il servizio ha un costo annuale variabile, che si attesta (fatte salve le varie promozioni di benvenuto che vengono spesso offerte dalle società accreditate a prestare questo servizio) intorno ai 5 euro. La cifra in effetti non è alta, anche perché consente di risparmiare altri costi. Solo per restare sul tema e fare l’esempio di una notifica inviata dalla pubblica amministrazione, magari in relazione a una multa, oggi l’importo della sanzione viene maggiorato dai costi legati alla notifica (e dunque alla spedizione della cartella fisica). Questa voce non verrà ovviamente conteggiata nel caso di invio tramite pec.
Gli utilizzi
Ma non c’è solo questo. La posta elettronica certificata ha il valore di una raccomandata con ricevuta di ritorno e può dunque essere impiegata anche per l’invio, in sicurezza, di documenti della più svariata natura, indirizzati sia a enti pubblici (nel caso per esempio della partecipazione a concorsi) che a privati.
Periodo di transizione
L’iscrizione è facoltativa e, se verrà ratificato l’emendamento che prevede una fase sperimentale, fino al 30 novembre chi avrà aderito a questa nuova formula vedrà comune recapitarsi a casa anche la documentazione cartacea. Chi invece non aderisce, continuerà a ricevere le comunicazioni tramite i normali canali postali.
I vantaggi del sistema digitale
I principali ‘pro’ riguardano lo snellimento dei tempi e la riduzione dei costi. A oggi infatti, chi non riesce a rispondere immediatamente al postino che suona il campanello, deve armarsi di pazienza, aspettare che la missiva che il portalettere ha tentato di consegnare torni nelle disponibilità dell’ufficio postale (generalmente entro due giorni lavorativi) per poi recarsi di persona allo sportello, autenticarsi tramite documento di identità e ritirare la comunicazione. La pec garantisce anche sicurezza e riservatezza, oltre a dare valore legale alle comunicazioni in essa contenute.