Luca Filippi
Economia

A Piombino soffre anche la Magona. “Manca il coils, qui siamo a rischio”

La Liberty è in difficoltà e ha deciso di vendere. Ridotte le linee finanziarie, difficile reperire materia prima

A Piombino è in gioco anche il futuro della Magona, azienda storica

A Piombino è in gioco anche il futuro della Magona, azienda storica

Piombino (Livorno), 8 ottobre 2024 – E’ la più antica fabbrica piombinese, fondata nel 1891 e sempre all’avanguardia nella lavorazione dell’acciaio. Oggi è ancora protagonista nel settore dei laminati piani zincati e preverniciati. Lamiere zincate e verniciate sono la base per la produzione di frigoriferi, lavatrici e per realizzare hangar e capannoni. Ma il gruppo inglese Liberty di cui Magona fa parte è in difficoltà e ha deciso di mettere in vendita Magona insieme ad altre fabbriche in Europa. Ieri al Ministero delle Imprese l’incontro con i vertici aziendali, i sindacati e funzionari di Palazzo Piacentini (il dirigente Mattia Losego, e la dottoressa Francesca Borea), per fare il punto sulla situaizone dello stabilimento che a Piombino ha 500 dipendenti. Per Magona siamo arrivati a 16 interessamenti concreti, con cui é stato firmato un patto di riservatezza ed è iniziato un percorso di approfondimento per arrivare ad un’offerta d’acquisto vera e propria. A oggi tra gli interessati non risultano gruppi italiani, ma aziende europee e non solo, alcune di queste sono aziende siderurgiche mentre altre sono fondi finanziari. I dirigenti del ministero delle Imprese pochi giorni fa hanno incontrato l’Advisor americano che sta seguendo la possibile operazione di acquisizione. La maggior parte degli interessi riguardano soltanto il sito Magona, mentre solo un paio di offerte riguardano l’intero pacchetto che Liberty ha messo sul mercato (Dudelange e Liegi).

Il problema è che mentre si svolgono le procedure di vendita, Liberty ha di fatto ridotto le linee finanziarie e Magona ha difficoltà ad approvvigiornarsi di materia prima (coils, cioè rotoli di lamiera grezza). Il direttore di Magona Lino Iallorenzi ha ribadito la difficoltà a reperire coils e gli eccessivi costi energetici rispetto ai concorrenti italiani ed europei. L’ex Ilva di Taranto doveva fornire oltre 100 mila tonnellate di coils e ne ha inviati solo 51mila, condizionando la produzione Magona. In uno scenario futuro i coils potrebbero essere forniti dalla nuova Acciaieria Metinvest, ma nel frattempo Magona ha bisogno di avere materia prima per lavoprare..

I sindacati Fiom e Uilm: “urgente arrivare a un cambio di gestione per non rischiare di perdere clienti e mercato, dato che già nell’indotto stanno emergendo le prime gravi sofferenze che recentemente hanno portato a sei licenziamenti”. Inoltre, come sottolinea la Uilm con il segretario Lorenzo Fusco, “serve intervento del governo diretto per facilitare l’arrivo di coils dall’Ex Ilva di Taranto, e supportare l’acquirente con tutti gli strumenti adeguati per il rilancio dello stabilimento piombinese”. Sulla stessa linea anche la Fiom con David Romagnani.

La Fim: “E’ fondamentale che soprattutto in questa fase di vendita, venga garantito il tonnellaggio di coils per far sì che quello stabilimento sia ancora più appetibile”. Il Ministero, con il dirigente Mattia Losego, nelle sue conclusioni, ha assicurato che lo Stato segue con attenzione il dossier Magona. Il tentativo del Ministero è di provare a condizionare il processo di vendita, anche se siamo in una fase iniziale, e si è dichiarato disponibile nella fase successiva a supportare con strumenti finanziarie normativi adeguati, il piano industriale dell’acquirente.

All’incontro anche il consigliere Valerio Fabiani per la Regione e il sindaco di Piombino e l’assessore alle attività produttive. “Siamo ancora nella fase delle manifestazioni di interesse per la cessione dell’azienda – spiegano il sindaco Francesco Ferrari e l’assessore Sabrina Nigro – è un percorso che stiamo seguendo con grandissima attenzione. Magona è un’azienda molto importante in termini occupazionali ed economici”.