
Nuova circolare Inps sul reddito di cittadinanza
Firenze, 15 luglio 2023 – La legge di bilancio non ha cambiato i requisiti di chi già percepisce il reddito di cittadinanza, che sarà definitivamente abolito dal 2024, ma è andato a incidere sulla sua sua durata, che nel 2023 può essere al massimo di sette mesi. Per questo, chi percepisce il sussidio dal 1 gennaio 2023 con la vecchia dura di 18 mesi, dal 1 agosto non lo riceverà più. Salvo alcune eccezioni. Non rientrano infatti in questa casistica le famiglie con disabili o minori o con persone con più di 60 anni di età, che però potranno percepire il reddito di cittadinanza al massimo fino al 31 dicembre 2023. Poi scatterà l'assegno di inclusione, con altri requisiti che si dovranno avere. Nel 2022 i nuclei percettori del reddito di cittadinanza in Toscana erano quasi 47mila, per un totale di oltre 98mila persone coinvolte e un importo medio di poco più di 512 euro.
Alcune simulazioni di Altroconsumo
Ecco qualche esempio di Altroconsumo per capire chi perderà il reddito di cittadinanza a partire da agosto. Se una famiglia ha percepito il reddito di cittadinanza fino a febbraio 2023, con la vecchia durata di 18 mesi, potrà ottenerlo al massimo per altri cinque mesi, partendo da aprile (serve un mese di pausa tra una domanda e l’altra), quindi terminerà di ricevere il contributo a fine agosto. Se invece la famiglia termina i 18 mesi del 2022 dopo il 31 luglio 2023 non potrà presentare una nuova domanda per ottenere il sussidio.
Chi percepisce il reddito deve studiare
L'altra importante novità che riguarda il reddito di cittadinanza è l'obbligo di studiare per i ragazzi. Quelli tra 18 e 29 anni che hanno lasciato la scuola prima dei 16 anni e non studiano né lavorano, perdono la loro quota del reddito di cittadinanza fino a che non si iscrivono ad un percorso di studi o formativo.
L'offerta di lavoro congrua: se si rifiuta si perde il reddito
Dal 2023 sono più stringenti i criteri relativi alle offerte di lavoro proposte a chi, disoccupato, percepisce il reddito di cittadinanza. Alla prima offerta 'congrua' rifiutata si perde il beneficio. E' congrua un'offerta coerente con le proprie esperienze e competenze, con sede di lavoro distante al massimo 80 chilometri dalla residenza o che si uò raggiungere in 100 minuti con i mezzi pubblici. Lo stipendio deve essere il 10% più alto dell'importo del reddito di cittadinanza, compreso il bonus affitti.