Roma, 3 marzo 2022 – Sul catasto è scontro con la Lega che chiede lo stralcio dell'articolo 6 dalla delega fiscale, Forza Italia che prova a mediare e il governo che pone l'aut aut: o passa la riforma o è crisi. Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha assicurato che l'introduzione dei nuovi criteri per la classificazione degli immobili non comporteranno un aumento delle tasse per i proprietari. Ma già da tempo Confedilizia ha lanciato l'allarme sui rincari dell'Imu, dati per scontati, a partire dal 2026.
Lo scopo della riforma del catasto, ha detto Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, «è noto e il Governo non si è neppure premurato di celarlo, mettendolo invece per iscritto in un documento ufficiale che accompagna il disegno di legge: aumentare la tassazione sugli immobili. Non domani mattina, certo, ma prima di quanto si possa pensare (se ne accorse nel 2016 l'allora premier Renzi quando bloccò all'ultimo secondo un'analoga iniziativa). La presentazione dell'operazione come semplice 'aggiornamento statistico' può convincere solo gli ingenui e i poco informati».
Chi pagherà di più Ma chi è che rischia di pagare di più? La Uil servizio lavoro, coesione e territorio ha fatto delle simulazioni rilevando che l'impatto della riforma del catasto non riguarderà solo le tasse che gravano sulla casa, come Imu, imposte ipocatastali, imposta di registro e così via, ma anche l'Isee, l’indicatore che consente di ottenere agevolazioni e sconti con la conseguenza di un aumento delle rette di asili e mense scolastiche o di un’uscita dalla protezione sociale. Le simulazioni sono state fatte prendendo in considerazione i valori Omi, Osservatorio mercato immobiliare, sulle compravendite degli immobili aggiornati al secondo semestre del 2020 di un appartamento ubicato in zona semi centrale, mettendo a raffronto i dati con le rendite catastali medie attuali (A/2 e A/3).
Mediamente con i nuovi valori catastali le rendite aumenteranno di oltre il 128 per cento e in valori assoluti l'aumento dell'imposta municipale unica sarà di 1.150 euro, passando dagli attuali 896 a 2.046 euro. Una prima casa, ai fini del calcolo dell'Isee, aumenterà invece mediamente di 75mila euro, con il valore che passerà da 23.576 a 98.733, con un incremento percentuale che sfiora così il +319 per cento.
Gli aumenti in Toscana e Umbria Sempre secondo la simulazione della Uil, con la riforma del catasto nel capoluogo toscano l'aumento della rendita (per un 5 vani) sarà più contenuto rispetto alla media nazionale: +81,1 per cento, contro il +128 per cento nazionale. Una seconda casa per la quale si paga oggi a Firenze 1.435 euro di Imu, con il nuovo valore di mercato costerà 2.559 euro. A Perugia la rendita salirà invece di oltre l'87 per cento, con l'Imu che passerà da 848 euro a 1.588 euro.
Per quanto riguarda invece il valore dell'abitazione principale a fini Isee, a Firenze l'aumento sarà di 73.180 euro, passando da 55.272 a 128.452 e un incremento del 132,4 per cento. Molto più alto l'aumento nel capoluogo umbro, con il valore della prima casa che, con la riforma del catasto, quasi triplicherà, passando da 18.312 a 64.865, con un impatto del +254,2 per cento.
D'altra parte, oggi i valori di mercato e catastali sono molto diversi. A Firenze il valore medio di mercato si attesta sui 2.313 euro al metro quadro, mentre un A2, unità immobiliare di pregio, ha un valore medio catastale di 898 euro e un A3 di 713 euro. Stessa cosa a Perugia, dove il valore medio di mercato è di 1.238 euro al metro quadrato, mentre un A2 in città ha un valore medio catastale di 550 euro e un A3 di 362 euro.