Firenze, 14 novembre 2024 – Lo sciopero generale di otto ore proclamato da Cgil e Uil per venerdì 29 novembre potrebbe provocare in Toscana disagi in tutti i settori pubblici e privati, a partire dai trasporti. A Firenze si terrà la manifestazione regionale, con un corteo che seguirà un percorso ancora da definire in dettaglio. I due sindacati scendono in piazza per chiedere di “cambiare” la manovra di bilancio, considerata del tutto “inadeguata a risolvere i problemi del Paese” e per rivendicare l’aumento del potere d’acquisto di salari e pensioni e il finanziamento di sanità, istruzione, servizi pubblici e politiche industriali.
«Nell’ultimo incontro tra il Governo e i sindacati, è stato spiegato che quella presentata in Parlamento è la manovra: i margini sono quelli, gli spazi di modifica sono limitati dentro quella logica. Allora noi - spiega il segretario della Cgil Toscana, Rossano Rossi - confermiamo il nostro giudizio di una pessima legge di bilancio». «Abbiamo avanzato richieste molto precise: c’è un aumento salariale da mettere in campo, che non può essere il 6% proposto nell’accordo separato con l’inflazione al 17%. Le altre richieste centrali sono aumentare gli investimenti nella sanità pubblica per fare assunzioni; togliere il blocco delle assunzioni nel pubblico impiego e confermare tutti i giovani precari presi durante nel Pnrr; abbiamo posto il tema di una modifica vera della riforma Fornero in tema previdenziale».
«Nella manovra - dichiara il segretario generale della Uil Toscana, Paolo Fantappiè - non c’è una rivalutazione del potere di acquisto. Gli stipendi di gennaio 2025 saranno uguali a quelli dei mesi precedenti. La rivalutazione delle pensioni è ridicola e non ci sono finanziamenti per fare un salto di qualità nella sanità pubblica e nelle politiche industriali, oltre al grande problema del precariato: circa l’80% dei contratti atipici e temporanei, contro solo il 20% dei contratti a tempo indeterminato».
Alla mobilitazione aderiscono anche i pensionati. «Le politiche economiche e sociali di questo governo - evidenzia il segretario generale dello Spi Cgil Toscana Alessio Gramolati - stanno riducendo le principali voci di spesa pubblica, come la previdenza e la sanità, favorendo il ricorso al privato. La protesta dei pensionati, che non si rassegnano, è una mobilitazione per difendere i diritti di tutti, anche delle giovani generazioni. Noi non manifestiamo contro, manifestiamo ‘per’ e anche lo sciopero generale del 29 novembre che è stato deciso da Cgil e Uil è uno sciopero ‘per'».
Secondo stime Spi Cgil Toscana, tra il 2021 e il 2023, se i redditi da lavoro dipendente sono mediamente cresciuti dell’11%, i profitti sono aumentati di oltre il 25%, in un periodo in cui l’inflazione è stata di oltre il 13%. A perdere potere d’acquisto anche i pensionati. In una fascia di reddito non particolarmente elevata come quella tra 32mila e 40mila euro, lo Spi Toscana stima una perdita tra il 2023-2025 di 732 euro annue, per arrivare a valori più elevati nelle fasce più alte. Il sindacato pensionati della Cgil torna dunque a «ribadire la richiesta di un sistema fiscale più giusto ed equo, tenendo conto che in Italia l’Irpef è pagata per il 52% da lavoratori dipendenti e per il 30% dai pensionati».