Monica Pieraccini
Economia

Sciopero venerdì 18 ottobre, chi si ferma in Toscana

Si Cobas ha proclamato uno sciopero di tutti i settori pubblici e privati. Stop anche per l'intera filiera dell'industria automobilistica toscana che conta oltre 7mila addetti

Una protesta Si Cobas

Una protesta Si Cobas

Firenze, 16 ottobre 2024 – Il sindacato intercategoriale Cobas ha proclamato per venerdì 18 ottobre uno sciopero generale nazionale di tutti i settori pubblici e privati. Lo stop è di 24 ore, ma sono esclusi i settori sanità pubblica e socio-sanitari-assistenziali, le imprese che svolgono attività ferroviarie e Rfi. Lo sciopero quindi non interessa i treni, né Autolinee Toscane e Gest, in quanto le sigle Al e Si Cobas, che hanno proclamato per la stessa giornata lo sciopero del trasporto pubblico locale, non sono presenti in azienda. A queste mobilitazioni si aggiunge lo sciopero generale unitario del settore automotive con manifestazione a Roma.

Quali sono i servizi a rischio

I maggiori disagi si potranno verificare negli uffici pubblici, nei servizi di sportello delle aziende sanitarie, a scuola e nelle università, nelle biblioteche e musei della Toscana. Nel caso di mancata adesione allo sciopero, i servizi funzioneranno però regolarmente e per questo è consigliabile contattare la singola struttura nella giornata dello sciopero per maggiori informazioni.

A Firenze, ad esempio, il Comune informa che venerdì 18 ottobre è garantita l’apertura dei Musei civici con possibili disagi nella continuità del servizio per alcuni percorsi museali. Garantiti con orario ridotto i seguenti servizi bibliotecari:

  • Biblioteche Mario Luzi, Dino Pieraccioni, Villa Bandini, BiblioteCaNova Isolotto, Filippo Buonarroti, Orticoltura dalle ore 14 alle 19
  • Biblioteca delle Oblate dalle ore 16 alle 23
  • Biblioteche Galluzzo e Fabrizio De André dalle ore 11 alle ore 13
  • Biblioteca dei Ragazzi dalle ore 14 alle 16.30
  • Biblioteca ISIS Leonardo da Vinci idalle ore 9.30 alle 12.30
  • Il servizio Bibliobus e il servizio Punto Lettura Luciano Gori non sono garantiti per l’intera giornata.

All'Archivio storico di Firenze il servizio al pubblico in sala di consultazione sarà garantito dalle ore 11.30 alle 14. Possibili disagi anche nell'erogazione dei servizi di competenza del Comune di Arezzo. La Camera di commercio Maremma e Tirreno,che ha sede a Livorno e a Grosseto, informa l'utenza che venerdì 18 ottobre potranno verificarsi disagi nell’erogazione dei servizi al pubblico ma saranno comunque garantiti i servizi essenziali.

A Siena possibili disservizi per gli utenti dell’ospedale Santa Maria alle Scotte, in quanto lo sciopero potrebbe comportare alcune variazioni nel normale svolgimento delle attività e dei servizi al pubblico, in relazione all’adesione o meno dei dipendenti. L’Azienda ospedaliero-universitaria Senese si scusa per gli eventuali disagi causati, non imputabili alla volontà dell’azienda stessa. Saranno comunque garantiti i servizi pubblici essenziali, quali l’assistenza di urgenza e il supporto attivo alle prestazioni specialistiche, diagnostiche e di laboratorio, compresi i servizi trasfusionali.

I motivi dello sciopero dei Cobas

Tra i motivi per i quali la sigla sindacale Si Cobas ha proclamato lo sciopero a livello nazionale, si segnalano: il recupero della perdita del potere d'acquisto dei lavoratori a causa dell'inflazione, da reintegrare con un aumento di 300 euro a lavoratore, l'aumento della maggiorazione per lavoro notturno al 35%, la riduzione dell'orario di lavoro a paritàèdi salario a 37 ore settimanali per chi lavora di giorno e 35 per chi lavora di notte, il contrasto alla precarietà e lo stop all'uso massivo delle agenzie interinali, il no al pacchetto sicurezza Crosetto-Nordio-Piantedosi che reprime tutte le lotte sociali, in particolare i lavoratori in sciopero.

Filiera industria automobilistica in sciopero il 18 ottobre

Venerdì sciopero per l'intera giornata anche i lavoratori e le lavoratrici del settore automotive e dei servizi connessi. A proclamarlo Fim Cisl, Fiom Cgil e e Uilm Uil a livello nazionale. Parteciperanno alla manifestazione di Roma anche i lavoratori e delegati toscani. Gli addetti del settore, secondo il dato della Cgil Toscana, sono 7mila in tutta la regione.

«Stellantis in Italia e in generale l’automotive in Europa sono al collasso. Sono irrimediabilmente a rischio la prospettiva industriale e occupazionale», dicono i sindacati, preoccupati per le già molte le vertenze di aziende della componentistica, molte anche non metalmeccaniche. Gli ammortizzatori sociali stanno terminando. «Molte imprese di piccole o piccolissime dimensioni già hanno chiuso. Inoltre – proseguono le tre sigle – è avanzato un processo di spostamento delle aziende della componentistica verso altri paesi europei ed extraeuropei».

Preoccupa, in particolare per le ripercussioni sulle aziende toscane che sono sue sub fornitrici, la crisi della Volkswagen in Germania. «La crisi settore – spiega Daniele Calosi, segretario generale della Fiom Cgil Toscana - riguarda l'automotive fino alla siderurgia e alla filiera della moda. Per portare la Toscana fuori dalla palude della crisi industriale, che ha avuto origine dall'assenza di politiche industriali nazionali ma anche regionali. Abbiamo bisogno di investimenti privati e pubblici».

Venerdì 18 ottobre incroceranno le braccia anche i lavoratori dei servizi in appalto nell'ambito dell'industria automobilistica quali appalti di pulizia civile e industriale, mense e ristorazione, guardiani e vigilanza, terziario. Per le lavoratrici e i lavoratori dipendenti da istituti di vigilanza, l’astensione riguarderà le ore dei turni ricomprese tra le ore 00.01 del 18 ottobre 2024 fino alle ore 23.59 della medesima giornata.

«Condividiamo e sosteniamo convintamente la richiesta rivolta al Governo e a Stellantis di realizzare un accordo quadro generale che possa dare risposte positive, non solo a chi lavora negli stabilimenti del gruppo, ma anche a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori dell’indotto dei servizi, indipendentemente dalla tipologia di contratto», recitano in una nota congiunta Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e Uiltrasporti. «Senza un serio piano di sviluppo industriale, in Italia – concludono – la quantità e la qualità dell’occupazione saranno sempre a rischio».