Monica Pieraccini
Economia

Mercato del lavoro, le province dove gli stipendi crescono di più. Ci sono due città toscane

Siena e Lucca davanti a tutti, mentre Grosseto fanalino di coda perde 10 posizioni nella classifica del JP Geography Index. Firenze prima in Toscana per salari

Buste paga in aumento a Siena e Lucca

Buste paga in aumento a Siena e Lucca

Firenze, 23 settembre 2024 – Siena e Lucca sono le province italiane che registrano il maggiore balzo in avanti nella classifica del JP Geography Index, il report annuale dell'Osservatorio JobPricing che analizza le differenze retributive tra regioni e province italiane. Rispetto allo scorso anno, Siena recupera 10 posizioni, con una retribuzione globale annua (Rga) di 30.700 euro, mentre Lucca risale di 9 posizioni, raggiungendo i 31.700 euro.

All'estremo opposto, Grosseto è la provincia che registra il calo più significativo insieme a Pescara, perdendo 10 posizioni e vedendo la propria Rga scendere a circa 27.500 euro. Firenze, invece, mantiene il primato in Toscana con una retribuzione media di oltre 32.300 euro, seguita da Lucca, Siena e Livorno, quest'ultima in crescita di una posizione con un Rga medio di poco meno di 30.400 euro.

Prato guadagna cinque posti in classifica con una retribuzione globale lorda di quasi 30.100 euro, mentre Massa Carrara scivola di una posizione, fermandosi a 29.800 euro. Pisa sale di tre posti, raggiungendo una media di 29.694 euro. Arezzo, al contrario, perde quattro posizioni con un Rga di 29.226 euro. Stabile rispetto al 2023 è Pistoia, con una retribuzione media di oltre 28.400 euro, e supera così Grosseto, che si conferma fanalino di coda in Toscana. Nel complesso, la Toscana resta stabile al decimo posto nella classifica regionale, con una retribuzione media annua che supera i 30.600 euro.

Il report sottolinea che il mercato retributivo del 2023, a partire dal secondo semestre, ha confermato il trend di crescita già rilevato nel 2022, dopo un periodo di stagnazione salariale. Solo nel 2023, le retribuzioni complessive (fisse e variabili) sono aumentate in media del 2%. Questo ha contribuito a ridurre leggermente il divario tra i salari del Sud e quelli del Nord Italia.

Un fattore cruciale da considerare, sempre secondo l’indagine, è la dimensione delle aziende nei diversi territori. In alcune aree, le imprese non hanno la capacità economica per investimenti significativi a livello salariale, il che si riflette nelle dinamiche retributive locali. Al contrario, in territori con una forte presenza di grandi aziende, spesso di carattere multinazionale, le retribuzioni sono più generose e spingono anche le imprese locali ad adeguarsi per non perdere personale qualificato.