Firenze, 2 dicembre 2024 – In questi giorni, oltre all'Imu, i contribuenti toscani sono chiamati a saldare la Tari. La scadenza varia da Comune a Comune, ma in generale la tassa sui rifiuti si paga in tre tranche: primo acconto entro la fine di aprile, secondo acconto entro la fine di luglio e, appunto, entro fine 2024 l'ultima rata di saldo. Nelle bollette arrivate o che stanno arrivando a casa, si notano però due nuove voci, UR1 e UR2. La cifra è esigua - 1,60 euro nella bolletta che abbiamo sottomano – ma ha già fatto discutere. E' possibile pagare i costi per i rifiuti che finiscono nel mare Tirreno anche se si abita all'Abetone o pagare per la gestione degli eventi calamitosi se non si sono subiti? E' possibile, dal 1 gennaio 2024. A prevederlo, infatti è una delibera di Arera, la 386 del 2023, che ha introdotto queste due nuove componenti, che si vanno ad aggiungere all’addizionale provinciale (Tefa). Ma cosa significano davvero queste sigle e come incidono sulle tasche dei contribuenti?
Rifiuti pescati e raccolti: il contributo UR1
La componente UR1 è stata introdotta per gestire i costi legati al recupero di rifiuti dispersi nelle acque, quindi nel mare, ma anche nei laghi e nei fiumi. L’importo annuo per il 2024 è di 10 centesimi per utenza.
Questa voce - che in bolletta è definita così: “per la copertura dei costi di gestione dei rifiuti raccolti accidentalmente pescati e dei rifiuti volontariamente raccolti in mare” - nasce da una direttiva europea del 2019, recepita dall’Italia nel 2021, che impone agli Stati membri di gestire i rifiuti marini in modo sistemico. Il contributo non viene trattenuto dai Comuni ma confluisce in un fondo nazionale gestito dall’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, destinato a sensibilizzare e responsabilizzare sulla gestione dei rifiuti. Ogni anno, si legge nella delibera di Arera, questo importo può essere aggiornato (e quindi potrebbe aumentare)
Emergenze e calamità: il contributo UR2
La seconda voce, UR2, riguarda invece gli eventi eccezionali e calamitosi, come le alluvioni che hanno colpito anche la Toscana dal 2023 in poi. In bolletta è riportata come componente che si paga “per la copertura delle agevolazioni riconosciute per eventi eccezionali e calamitosi”. Il contributo, pari a 1,50 euro annui per utenza, serve a garantire la continuità del servizio di raccolta rifiuti nei territori colpiti. In sostanza, non finanzia direttamente i cittadini, ma sostiene le società che gestiscono i rifiuti, assicurandone l’equilibrio economico-finanziario durante le emergenze. Anche questo importo potrebbe variare, e quindi aumentare negli anni, secondo le esigenze legate a nuovi eventi straordinari.
Si può evitare di pagare queste voci?
La risposta è no. Non sono previste esenzioni o riduzioni per nessuna delle due componenti: ogni utenza domestica deve versare questi contributi. Chi possiede più immobili nello stesso Comune dovrà pagarli per ogni utenza. Certo, parliamo di pochi centesimi e l’obiettivo è nobile: salvare mari, fiumi e sostenere comunità colpite da eventi calamitosi. Un sacrificio piccolo… almeno finché non arriverà la prossima “geniale” aggiunta in bolletta.