REDAZIONE ECONOMIA

Superbonus, stop alle proroghe: protestano le imprese e i proprietari degli immobili

"Siamo al dramma sociale, ora interventi per dare certezze e rendere i bonus strutturali"

Indispensabile l’asseverazione tecnica per ottenere i benefici del superbonus

Indispensabile l’asseverazione tecnica per ottenere i benefici del superbonus

Firenze, 29 giugno 2022 - Alt a qualsiasi nuova proroga al Superbonus: i fondi a disposizione sono finiti. Una maggiore apertura, invece, sull'ampliamento delle cessioni del credito, consentite anche ad altri soggetti oltre le banche, con la sola esclusione delle persone fisiche. Questa la posizione del Governo, che provoca la reazione risentita degli imprenditori delle costruzioni, anche di quelli toscani.

“Non si può fermare la macchina così, in una situazione già critica di per sé”, commenta Pino Comanzo, presidente di Cna Costruzioni Toscana. “La proroga su quel 30% dei lavori per le unifamiliari per fruire del Superbonus è indispensabile, i lavori sono fermi e vittime di questa situazione sono le famiglie 'normali', che contavano sui bonus edilizi per ristrutturare casa e che ora non hanno soldi per pagare i lavori. Ai  nuclei familiari benestanti va bene anche riprendere i soldi dalle tasse, ma alle persone 'normali' no”.

Il dramma è ormai sociale e potrebbe esplodere da un momento all'altro. “Nel nostro Paese, se si parla del settore edile, il 50% delle imprese arriva a due dipendenti, il 75% arriva a cinque. Si tratta di piccole, piccolissime aziende, dove gli imprenditori ne rispondono in solido con il loro patrimonio personale. E' l'artigiano, no la grande industria, a mettere in discussione il proprio capitale, cioè il proprio conto corrente, la casa, il sacrificio di una vita”, sottolinea Comanzo.

“I cinque miliardi di euro bloccati nei cassetti fiscali sono spesso e volentieri i redditi degli artigiani. Come d'altra parte – prosegue il presidente di Cna Costruzioni Toscana – a rimetterci sono i clienti, cioè i nuclei familiari che non riescono a cedere il credito e non hanno soldi per saldare i lavori e che rischianodi andare a gambe all'aria da un momento all'altro”. Comanzo fa l'esempio della sua azienda, sei dipendenti. “Ho il cassetto fiscale pieno di crediti, tantissime commesse, ma in questa incertezza non si riesce a lavorare e così ho dovuto mettere gli operai in cassa integrazione. Una situazione a dir poco paradossale”.

L’Osservatorio Cna che monitora costantemente il fenomeno stima che circa l’89% delle imprese della città metropolitana di Firenze abbia crediti in ristagno nei propri cassetti fiscali, per un importo complessivo di oltre 150 milioni di euro. “Ogni giorno – fa presente Giacomo Cioni, presidente di Cna Firenze Metropolitana – raccogliamo le drammatiche testimonianze di chi ha eseguito lavori, applicato lo sconto in fattura anticipando al cliente il beneficio fiscale, e oggi si ritrova con il cassetto fiscale stracolmo di crediti che nessuno, neanche i soggetti che avevano assunto l’impegno di farlo, vuole o può acquistare. Parliamo di imprese che, affidandosi con fiducia ad un meccanismo varato dal legislatore, hanno anticipato l’acquisto di materiali, pagato il personale dipendente, versato tasse e contributi in cambio di crediti fiscali che avrebbero dovuto monetizzarsi grazie alla loro ulteriore cessione e che ora, invece, si ritrovano in mano come se fosse carta straccia. La situazione in cui si trovano impantanate, oggi, migliaia di imprese edili, impiantiste e serramentiste, ulteriormente gravate dalla bolla speculativa dei costi dei materiali e dei semilavorati che si è venuta a creare, è a un passo dal trasformarsi in una vera e propria catastrofe”.

Le ripercussioni di questa situazione? Ritardi nei pagamenti di imposte e tasse (37% delle imprese), dei contributi (23%), dei fornitori (46%), dei salari (21%), delle bollette bollette (21%). Ma, soprattutto i rischi di sospendere i cantieri in essere (75%), di fallire (53%), di non avviare nuovi cantieri (88%), di insolvenza (82%), di sospensione del Durc (45%).

A levare il grido di allarme è anche Confedilizia Toscana, che rappresenta i proprietari di immobili. “E' appena passata la scadenza del pagamento dell'acconto Imu e il Governo pone lo stop alle detrazioni del Superbonus 110%, senza rifinanziare la misura”, dice la presidente di Confedilizia Toscana, l'avvocato Barbara Gambini. "Molti  lavori di appalto con il Super-Sisma bonus 110% sono fermi perché le imprese edili non hanno avuto la possibilità di incassare le cessioni dei crediti, manca loro liquidità. Le ripercussioni sono importanti e devastanti anche sui proprietari committenti, sia singoli che condomini. Confedilizia da sempre chiede di mantenere le detrazioni fiscali sui lavori di manutenzioni straordinarie, efficientamento energetico e così via, riordinandole e stabilizzandole nel tempo”.

“Si tratta – sottolinea - di lavori di importo elevato, che meritano una attenta programmazione e progettazione e che devono godere del tempo necessario affinché il committente valuti tutte le componenti che entrano in gioco in queste scelte, in modo attento e consapevole, confidando in una stabilità, nel tempo, della misura della detrazione”. Il settore immobiliare non deve essere affossato, per esempio dal macigno fiscale che grava sui proprietari, cioè l'Imu, e dunque, propone Confedilizia, i bonus edilizi devono essere “accompagnati da una scelta certa del Governo di valorizzazione del settore e degli investimenti in ambito immobiliare” che deve passare anche dalla “diminuzione della pressione fiscale di tipo patrimoniale, dalla liberalizzazione delle forme contrattuali per gli affitti brevi e dall'introduzione della cedolare secca anche nella locazione non abitativa”.