MONICA PIERACCINI
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Economia

Toscana, venerdì 17 novembre sciopero di otto ore con manifestazione a Firenze

A proclamarlo Cgil e Uil Toscana. I segretari generali Rossi e Fantappiè: “La manovra di governo penalizza la Toscana

I segretari generali di Uil e Cgil Toscana, Fantappiè e Rossi

Firenze, 10 novembre 2023 – “Cambiare la manovra, perché in questo modo la Toscana sarà penalizzata, molto più di altre regioni”. E’ quanto chiedono Cgil e Uil Toscana che per venerdì 17 novembre hanno proclamato uno sciopero di otto ore in tutti i settori, con manifestazione regionale a Firenze. 

Il corteo per le strade di Firenze

Il ritrovo è alle 9 in piazza Indipendenza, con corteo fino a piazza Santissima Annunziata, dove sono in programma gli interventi dal palco. Il corteo seguirà un percorso lungo via XXVII Aprile, via degli Arazzieri, Via Cavour, Via della Dogana, Via La Pira, via Micheli e via Capponi. Sotto lo slogan “In piazza per difendere i diritti di tutti” sono attese nel capoluogo toscano, dicono i sindacati, “migliaia di persone da tutta la regione, in pullman o altri mezzi”.

I motivi dello sciopero

L'obiettivo della protesta, spiegano Cgil e Uil Toscana, è "cambiare la legge di bilancio", quindi "le politiche economiche e sociali fino ad ora messe in campo dal governo".

C'è poi "la questione, drammatica, delle alluvioni che hanno colpito la Toscana in questi giorni: morti e dispersi, allagamenti, danneggiamenti agli edifici, alle case, agli ospedali, alle fabbriche, ai centri commerciali, ai negozi, alle infrastrutture" con "mancanza di energia e acqua", mentre il governo vuole “stornare dal Pnrr i fondi per gli investimenti sulle bonifiche ambientali, sugli assetti idrogeologici e sulla gestione del rischio di alluvione". Secondo i due sindacati, la manovra si tradurrà nella regione in un taglio da 31 milioni di euro agli enti locali e 300 sulla sanità, oltre ad un taglio sulle pensioni che, secondo le stime, coinvolgerebbe oltre 30 mila toscani. Questo in una situazione già caratterizzata da “una prevalenza di lavoro povero e in appalto, con migliaia di toscani senza continuità occupazionale e con paghe a meno di mille euro al mese”.

“La manovra - afferma Rossano Rossi, segretario generale Cgil Toscana - colpisce il mondo del lavoro, i pensionati, i cittadini in difficoltà. Non combatte le diseguaglianze e non affronta le emergenze del Paese, dalla questione salariale al caro vita, al caro mutui, al caro bollette, fa cassa sulla previdenza, riuscendo nello scempio di peggiorare la Fornero, e taglia sulla sanità, mentre per l’emergenza abitativa non c’è nulla, così come non si affrontano le sfide della crisi climatica e non si investe sulla prevenzione al dissesto idrogeologico. Non aumentano i salari, ma la precarietà (tornano i voucher e si liberalizzano i contratti a termine). Inoltre, la nostra regione vive in ogni suo territorio forti rischi sulla tenuta del sistema manifatturiero, una situazione che va affrontata e su cui il governo gioca a nascondino. E i ritardi sul Pnrr possono costare progetti e posti di lavoro. Lo sciopero del 17 novembre è solo l’inizio della mobilitazione”.

“Nella nostra regione - sottolinea il segretario generale della Uil Toscana, Paolo Fantappiè – c’è prevalenza di lavoro povero ed in appalto, caratteristica che si ripropone in molte altre regioni: avevamo bisogno di una legge di bilancio che desse risposte chiare, soprattutto su lavoro di qualità e stabile, con salari dignitosi, sul rinnovo e la detassazione degli aumenti contrattuali, sulla riforma della  Fornero in termini di accesso alla previdenza, con una seria rivalutazione del potere di acquisto delle pensioni. Non vediamo iniziative sulla sicurezza, a favore della formazione, all’intensificazione dei controlli, non si vedono programmi di assunzioni di nuovi ispettori. Non ci sono proposte strutturali sugli aumenti salariali, ma solo interventi una tantum per il solo 2024. Non è presente nemmeno un progetto di lotta all’evasione fiscale, che in Italia cuba più di 100 miliardi di euro all’anno, secondo stime della Banca d’Italia”. “Chiediamo di valorizzare maggiormente il lavoro che deve ritornare ad essere al centro dei principali interessi del paese; basta privilegiare solo la rendita che in Toscana viene ancora preferita al lavoro”, conclude il segretario.