Firenze, 22 gennaio 2025 – L’economia toscana potrebbe subire un duro colpo a causa dei dazi annunciati da Donald Trump. Se le tariffe aggiuntive sui prodotti italiani venissero effettivamente applicate, le esportazioni della regione, che nel 2023 hanno raggiunto i 9,1 miliardi di euro verso gli Stati Uniti, potrebbero subire un drastico ridimensionamento.
Pelletteria e moda: un settore strategico a rischio
Claudia Sequi, presidente di Assopellettieri, sottolinea le preoccupazioni del settore: “Speriamo che dalle promesse e dai progetti non si passi ai fatti. Anche durante il primo mandato di Trump, nonostante gli annunci, alla fine i temuti dazi non ci furono. Un eventuale inasprimento colpirebbe soprattutto il prodotto europeo”. “E poi, come faranno gli americani più glamour senza le borse create e prodotte in Italia?”, lancia una frecciatina Sequi.
Nel 2023 l’export toscano di pelletteria verso gli Usa, prosegue la presidente di Assopellettieri, ha raggiunto i 498 milioni di euro e nei primi nove mesi del 2024 è aumentato del 14%, toccando i 375 milioni di euro. Gli Stati Uniti rappresentano il secondo mercato di riferimento, dopo la Francia, per questo settore.
Uno studio di Banca Italia, ricorda sempre Sequi, evidenzia poi che “un incremento delle tariffe doganali sui prodotti italiani potrebbe causare un calo dell’export nazionale fino a 11 miliardi di euro, pari al 16,8% rispetto ai dati attuali”. Se i dazi fossero del 10%, la riduzione sarebbe del 4,3%; se si arrivasse al 20%, il calo arriverebbe appunto al 16,8%. Questo impatterebbe in particolare sulle piccole aziende della moda e della pelletteria, che fanno della qualità artigianale il loro punto di forza. Non solo: “I dazi finirebbero anche per provocare un aumento dei costi annui, per i consumatori americani, pari a 78 miliardi di euro”. Insomma, sarebbe una decisione che ancora una volta impatterebbe sui più poveri. E che alla fine avrebbe pessime ricadute per tutti.
Agroalimentare: il vino e l’olio in pericolo
Massimo Tuccio, consigliere di Fedagripesca Toscana e presidente della Cantina Vini di Maremma, evidenzia i rischi per il settore agroalimentare: “Tutto lascia pensare che andremo incontro a nuovi dazi, con un conseguente riposizionamento dei prodotti toscani nel mercato statunitense. L’alta gamma italiana potrebbe diventare sempre più elitario, riducendo la competitività”. La possibile imposizione di dazi su olio e vino renderebbe questi prodotti meno accessibili ai consumatori americani, favorendo la concorrenza di altri paesi produttori.
Un mercato in crescita che rischia di frenare
Secondo l’Irpet, nel primo semestre del 2024 le esportazioni toscane sono cresciute del 10,2%, ben al di sopra della media nazionale (-1,1%). Tra i settori trainanti, spiccano la gioielleria (+106%), i prodotti agroalimentari (+22,3%), i farmaceutici (+44,6%) e i macchinari (+15,7%). Gli Usa hanno registrato una crescita dell’export del 48,8%; rappresentano infatti un mercato strategico per molte aziende toscane.
Tuttavia, un aumento dei dazi potrebbe rallentare questa espansione e costringere molte imprese a riorganizzare le proprie strategie commerciali. Confartigianato stima che l’Italia sarebbe tra i paesi europei più colpiti dalle misure protezionistiche statunitensi, con un calo dell’export che potrebbe arrivare alla cifra di 11 miliardi di euro.
Le regioni più colpite
La Toscana, con oltre 10 miliardi di esportazioni verso gli Usa nel 2023, è tra le regioni italiane più esposte, insieme a Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto. I settori più vulnerabili sono moda, agroalimentare e farmaceutico, con un impatto significativo sul tessuto economico locale.
Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, invita alla prudenza: “Bisogna distinguere tra propaganda politica e reali decisioni economiche. In passato, Trump aveva annunciato misure drastiche poi mai attuate. Monitoriamo con attenzione gli sviluppi”.