LUIGI CAROPPO
Editoriale
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Crisi del sistema carcerario, la vergogna nazionale da cancellare

La cella di un carcere

La cella di un carcere

Firenze, 7 luglio 2024 – Non c’è spazio per le polemiche politiche di fronte a una vergogna nazionale, la crisi del sistema carcerario, che va avanti da decenni e ad una tragedia, il ragazzo di 20 anni che si è suicidato a Sollicciano, che ha fatto esplodere l’ennesima rivolta.

"Colpa tua, no responsabilità vostra. Noi abbiamo detto, voi non avete fatto....". Anche no, grazie. Non ne abbiamo bisogno, ne facciamo volentieri a meno, cari politici.

C’è necessità di dare una svolta. Vera, concreta. Per evitare di allungare l’elenco di emergenze italiane (in cui ricordiamo ai primi posti troviamo anche caporalato e morti sul lavoro). E allora tutti operino per un fine comune: rendere i penitenziari luoghi dove si sconta la pena e si cerca di costruire un futuro migliore.

Siccome giustamente in questi tempi si torna a mettere spesso in vetrina la nostra Costituzione, ricordiamoci cosa dice l’articolo 27: "Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato". In cella condanne accessorie sono la presenza di cimici, pulci, topi. E ancora il sovraffollamento (a Sollicciano dovrebbero stare in 480 e sono in 550, a Terni sono in 560, 100 più del previsto). Tanta voglia di farla finita (anche nel penitenziario di Livorno l’altro giorno si è ucciso un trentacinquenne con tre figli che l’aspettavano un giorno a casa). Ripartiamo da quello che si può fare dando per scontato quello che si deve fare. Ci sono dei casi positivi. Prendiamoli ad esempio. Sono quelli di Gorgona, diventata l’isola dove i detenuti producono vino (sinergia tra Frescobaldi e istituto di pena). Oppure quelli di Massa e a Volterra come ha sottolineato il garante dei detenuti della Toscana Giuseppe Fanfani. E ci sono novità in divenire, quelle annunciate dal ministro Nordio: l’albo delle comunità che possono accogliere certe ’tipologie’ di detenuti e il nuovo carcere progettato a Grosseto, moderno e adeguato come chiede l’articolo 27 della nostra Costituzione.