FRANCESCO CARRASSI
Editoriale

Lungimiranza, non polemiche

L'editoriale del direttore Francesco Carrassi

Firenze, 13 gennaio 2019 - Ripetere aiuta, almeno noi ci contiamo. E insistiamo. Non ci stancheremo mai di dire che sviluppo fa rima con crescita, con lavoro, con competitività, e quindi con il bene comune. Anche il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, a Firenze per la rassegna mondiale di Pitti Uomo, ha lanciato quello che via via, mese dopo mese, è diventato il nostro grido d’allarme, la nostra battaglia fatta propria da tutti coloro che, preoccupati, hanno a cuore le sorti dell’Italia. "Al governo chiediamo di rendere competitive le imprese, di aprire un grande piano di infrastrutture, di non chiudere i cantieri ma aprirli".

Boccia ha anche individuato la strada da seguire: uno studio dei costruttori che individua per oltre 20 miliardi di risorse già stanziate i cantieri che, se si aprissero, porterebbe 400mila posti di lavoro. E ancora: "Il Paese ha un’emergenza occupazione a partire dal Mezzogiorno, dalla disoccupazione giovanile che supera il 30%, dobbiamo avere questa missione comune, tutti insieme per eliminare strutturalmente i divari, anche perché il 2019 si preannuncia come un anno delicato".

Un problema che investe tutto il Paese. E che ci tocca da vicino come l’ampliamento dell’aeroporto fiorentino al quale lo stesso Boccia ha fatto specifico riferimento: "Speriamo che si faccia. Abbiamo bisogno di infrastrutture: servono a includere e portare turisti in tutto il Paese". E poiché mai come adesso tutte le strade portano a Roma, la meta resta il governo che continua a chiudersi nelle sue stanze nutrendosi dei suoi soliti slogan e dietro i siparietti tra i leader dell’esecutivo che cercano, lo spartito sta ormai diventando consapevolezza diffusa, ognuno di portare acqua al proprio mulino.

Non ci si è ancora accorti che il Paese reale è altrove e che chiede con urgenza di essere ascoltato, non si rendono conto che è il bene del Paese da mettere al primo posto delle attenzioni. Allungando per esempio l’orizzonte oltre la pista di Peretola ci si accorgerebbe – e se non succede lo facciamo noi – che una regione come la nostra, la Toscana, ha 12 distretti produttivi e poi c’è l’Umbria con i suoi problemi occupazionali e lo Spezzino idem, che aspettano risposte concrete e che sono stanchi, sfiniti, di andare avanti in un inconcludente braccio di ferro tra il territorio e Roma.

Urgono, lo ripetiamo, l’umiltà e il coraggio di voltare pagina, di aprire un dialogo costruttivo finalizzato a sbloccare le opere infrastrutturali e fare chiarezza sulle strategie di sviluppo. E sono proprio queste imprese ad aver bisogno di sapere come fare ad attrarre grandi investimenti soprattutto in periodi di incertezza come l’attuale. E’ il momento di dire basta alle polemiche, è invece il momento di rimboccarsi le maniche per non uccidere sul nascere le speranze seppur timide di questo 2019 appena iniziato. Cerchiamo tutti insieme di non subire ma di governare questo anno con le scelte proprie della lungimiranza del politico illuminato, soprattutto in questi territori che ebbero la fortuna di vivere la lezione e l’esempio, straordinari e indimenticati, del Granduca Leopoldo.