Cristina Privitera
Editoriale

L’incognita Giani-bis. E il campo largo è già una resa dei conti

Politica: il cantiere del centrosinistra in Toscana

Eugenio Giani

Eugenio Giani

Firenze, 11 agosto 2024 – Lo ricorderemo come l’agosto di Eugenio Giani: si potrà o no prescindere dal suo bis? E’ il governatore il convitato di pietra di una politica toscana che ha scaldato i motori con grande anticipo rispetto alle prossime regionali 2025. Con un copione che stavolta è stato stravolto: l’obiettivo campo largo imperversa, la linea Schlein vira a sinistra irrobustita dall’esito del voto europeo e comunale, le certezze ritenute granitiche si incrinano fino a sgretolarsi. E per la prima volta nella storia della regione rossa cade il tabù della ricandidatura scontata del presidente uscente.

A squarciare il velo dietro il quale si agitavano già dai giorni successivi al voto di giugno le fibrillazioni, i dubbi e i malumori per una conferma senza tentennamenti ci hanno pensato il segretario regionale Dem, Emiliano Fossi, e l’informazione toscana. Quell’informazione che fa il suo mestiere, pone le domande giuste, senza le quali non si ottengono risposte che chiariscano posizioni, fatti e prospettive. «A settembre si aprirà il cantiere per la discussione della costruzione di una visione della Toscana, di un programma. Al tavolo ci saranno anche Avs, Iv e M5Stelle. Ci confronteremo su tutto. Sarà un percorso insieme a Giani, con aiuto e collaborazione reciproca», ha detto Fossi (3 agosto, Repubblica Firenze). Poche parole per dire che certezze non ce ne sono, si riparte da capo, ascoltando tutti. Giani, com’è sua consuetudine, non si è scomposto, e ha rilanciato ostentando ottimismo: «Dice bene Fossi, io ci sono», pur sapendo che la sua blindatura era saltata. Da politico navigato si preparava da tempo a blindarsi da sé, lanciando già a giugno messaggi rivelatori dell’incrinatura in corso, vedi l’ipotesi di mettere in campo un listone civico a suo nome («punto al 10%»), tirando in ballo più volte il sostegno di cui gode tra i sindaci toscani («170 su 273 sono con me») e sottolineando a più riprese che il suo operato «è molto apprezzato all’esterno».

Giani ha punti a suo vantaggio a partire dall’appoggio saldo di Italia Viva («Stiamo lavorando con Eugenio con cui ci siamo presentati insieme alle elezioni e abbiamo vinto. Se il Pd ha dei dubbi su di lui ce lo farà sapere», Matteo Renzi, La Nazione, 5 agosto) e la carenza di altri nomi papabili (sono dati per poco probabili convergenze su Biffoni, Monni o sullo stesso Fossi). Dal Pd Gianassi tira un colpo al cerchio e uno alla botte («Giani ha lavorato bene, ma sono d’accordo con Fossi, serve un ampio confronto nel campo largo», La Nazione, 8 agosto), mentre sono senza mezzi termini gli alt di Avs e M5S: «Prima i programmi, poi i nomi» (Galletti del M5S e Danti di Sinistra italiana, 5 agosto e 31 luglio, La Nazione).

L’ultimo capitolo venerdì 9 agosto: per la protesta contro il governo che taglia o non concede finanziamenti alla Toscana, Fossi e Giani si schierano fianco a fianco, quasi amici per un giorno: «Il governatore ha lavorato benissimo e sarà protagonista del cantiere del centrosinistra a settembre», dice conciliante il segretario. Il governatore annuisce, si allinea e per una volta riveste i panni del poliziotto cattivo che va giù duro contro Roma matrigna. Un messaggio per Schlein e per chi come lei ritiene Giani figura troppo moderata: anche lui è di sinistra.