Firenze, 14 ottobre 2018 - La delusione del taglio delle risorse da parte del Governo e la reazione della municipalità di Firenze, che ha deciso di accendere i mutui necessari a completare il Piano di interventi nelle periferie, potrebbero aver fatto pensare al solito pianto greco. Tutto ciò crediamo che vada letto, invece, come una risposta concreta e coerente di una città che non si vuole arrendere a decisioni che rimettono in discussione impegni assunti. E questo concetto ci fa indicare Firenze, il capoluogo, come paradigma di una Toscana non piagnucolosa appunto, ma ben consapevole della sua forza e della sua determinazione. Valori che, peraltro, non sono venuti meno in questi lunghi anni di crisi, durante i quali la comunità regionale, provincia per provincia, paese per paese, ha continuato a dare un contributo forte e costruttivo al Paese. Come si direbbe oggi la Toscana è una regione che ha fatto e che continua a fare la sua parte.
Certo le ferite ci sono state, il pegno è stato pagato anche in Toscana, ma di sicuro sono stati limitati i danni che avrebbero potuto avere effetti anche devastanti, andando ad incidere in un tessuto produttivo ad alta intensità privata. In questo scenario le istituzioni sono state attente. Il bilancio ci dice che la Regione Toscana è stata presente su tutte le crisi ed è stata capace di attrarre quegli investimenti necessari e opportuni per tenere alta il più possibile l’asticella della produttività e dell’occupazione. Porte chiuse sono state trasformate, con fatica, in nuove opportunità, in ripartenze per allargare gli orizzonti richiesti, anzi imposti, dall’innovazione.
Non sono mancate l’attenzione e la determinazione per colmare i ritardi accumulati nelle infrastrutture ma nonostante la crisi vanno considerati – come ha ricordato lo stesso governatore Rossi - i 300 milioni di investimenti sul porto di Piombino mentre si lavora per investirne al più presto altri 300 presto sul porto di Livorno, in uno scenario di un significativo cambiamento infrastrutturale per la costa toscana. Di contro è davvero assurdo, manda a dire il governatore, che non si capisca il valore del potenziamento dell’aeroporto fiorentino in un sistema toscano ad alta competitività. Questa capacità passa giocoforza anche dalla Tav. Così dicasi per la terza corsia dell’autostrada.
L’operazione Piombino è stata, come si sa, lunga e difficile ma si è lavorato per ottenere un risultato concreto. Attratti investimenti dall’estero, si sono aperte nuove prospettive tanto che si parla di un caso che potrebbe anche diventare un modello per una Toscana che, come dice il governatore Rossi, ha i titoli per essere locomotiva dell’Italia e non una ’Toscanina’ come qualcuno vorrebbe.