FRANCESCO CARRASSI
Editoriale

Ripartenza decisiva

L'editoriale

Firenze, 2 settembre 2018 - C’è da sperare che la lezione di Genova abbia riportato con i piedi per terra i ministri più verbosi del governo del cambiamento, chiamati a fare i conti con la realtà e con i bisogni concreti delle nostre comunità. In tutta questa valanga di annunci, spesso anche troppo contradditori, si può anche affogare.

Bisogna cominciare a mettere ordine in quello che ancora appare un caos politico e istituzionale. Dal ponte Morandi all’Ilva, tanto per rimanere nei due casi più eclatanti da risolvere. Questa è d’altronde la sensazione che abbiamo anche se il consueto adagio democratico, lasciamoli lavorare, è doveroso. Alle attuali minoranze va chiesto di fare il loro dovere, di non cadere nel disordine, anch’esse, degli spot dal fiato corto. Ritrovino la strada e svolgano con incisività il loro ruolo senza cadere prigionieri di nasse indecifrabili. Perché i problemi si dipanano da quelli di interesse nazionale a quelli regionali e locali. Ecco perché dobbiamo tornare a chiederci, nell’imminenza della ripresa autunnale, se la Toscana sarà in grado di ripartire. 

Ripartire a cominciare dalle emergenze che ci siamo lasciati in sospeso. La prima è quella che riguarda il lavoro, la seconda è quella che riguarda i rifiuti. Lavoro significa occupazione e dunque imprenditorialità che torni a produrre ricchezza. Attrarre investimenti diventa una necessità oltre che una opportunità, ma significa anche, visti gli esempi del recente passato e sempre riferiti alla nostra regione, avere la capacità e l’avvedutezza di attrarre investimenti seri. Come è avvenuto con Jindal per il complesso industriale di Piombino.

Cerchiamo di far tesoro della lezione per cui va detto basta alle sirene, basta ad esperienze come Bekaert che sottraggono know out, e come la Bekaert, fanno i bagagli, sfruttata la situazione, e se ne vanno in altri Paesi, come la Romania dove i salari sono ben più bassi che da noi. Basta dunque con dare fiducia agli opportunisti di turno. E veniamo alla questione rifiuti. Diciamo subito che siamo perfettamente d’accordo che non si possa governare e amministrare a forza di colpi di mano senza il coinvolgimento degli Ato e dei Comuni. Ma al tempo stesso occorre risolutezza. Occorre un piano della Regione, condiviso ovviamente, che sia serio e definitivo, finalmente, per evitare quella che è diventata un’emergenza continua. Che fa vivere nell’incertezza e che diventa la prova provata dell’incapacità anche di fare sistema.